Ambra Semisecco DOC di Grillo e Catarratto.
Cantine Pellegrino, nell’etichetta dei suoi Marsala, sotto il nome, è scritto grosso 1880. E’ l’anno in cui Paolo Pellegrino, notaio e viticultore, collaborato dal figlio Carlo, anch’egli viticultore e, guarda caso, notaio, fondò la Casa creando gli stabilimenti e trasformando un’azienda familiare in una grande industria enologica. Erano gli anni in cui il vino Marsala mieteva successi, apprezzato dall’aristocrazia di tutt’Europa, e i Pellegrino facevano quindi Marsala. Lo splendore aumentò negli anni in un intreccio di padri, figli, fratelli, cognati che nel tempo hanno avuto la responsabilità di portare avanti l’azienda.
Fino a circa il 1930 Pellegrino faceva solo Marsala, in varie tipologie, acquistando anche uve di altri viticultori; poi si cominciarono anche altri vini liquorosi e dal 1970 i vini da tavola creando il brand Duca di Castelmonte. Oggi gli ettari di vigneto sono 150, di proprietà personale dei discendenti di Carlo Pellegrino, mentre l’amministrazione dell’azienda, nel 1972 trasformata in SpA, sempre e solo in mano ai membri della famiglia, è affidata a Pietro Alagna, presidente, e Benedetto Renda a.d. L’unico estraneo è Emilio Ridolfi, direttore commerciale che la responsabilità di vendere le 6,5 milioni di bottiglie annualmente prodotte.
Ai 150 ettari da cui si ricavano le uve per i vini top di gamma se ne aggiungono altri 250 di 70 conferitori fidelizzati e guidati dai tecnici della Casa. Accanto alla Cantina storica a Marsala, dove nell'edificio Le Torri è creato un centro per l'accoglienza, le degustazioni anche culinarie, e i convegni, nella stessa città si affianca la nuova di C.da Cardilla e quella di Pantelleria per i moscati. Di questo colosso occupiamoci dei Marsala, i vini storici per i quali la lunga esperienza e una visione più moderna ne garantiscono la qualità.
Il Marsala costituisce addirittura la prima DOC italiana, e dai fasti dell’800 ha avuto alti e bassi, questi dovuti nel passato anche non lontano a produttori con pochi scrupoli che sfruttandone il nome mettevano in commercio prodotti di scarsa qualità e ai vecchi disciplinari che accanto a vere opere d’arte vinicola permettevano l’esistenza del famigerato Marsala all’uovo. Con le ultime modifiche del 2011 al disciplinare originario del 1969, in base alle sue caratteristiche, il Marsala si suddivide in Fine, Superiore, Superiore Riserva, con invecchiamenti rispettivamente almeno di 1, 2, 4 anni, Vergine o Soleras almeno 5 anni, Vergine Riserva o Stravecchio almeno 10 anni. In base al contenuto zuccherino si suddivide in Secco, Semi Secco e Dolce e per il colore in Oro, Ambra e Rubino. Il Marsala è un vino liquoroso quindi vi si aggiunge alcol da vino e mosto che può essere cotto o in mistella cioè un blend di mosto d'uva tardiva e mosto concentrato, mentre per il Vergine si aggiunge solo l'alcol vinico. In totale sono ben 27 tipologie, senza dubbio troppe e anche questo può disorientare il consumatore. Ma se desiderate conoscere meglio il Marsala, i suoi pregi, i suoi difetti, niente di meglio di questo giornale che vi ha dedicato ben 38 articoli che potete vedere raggruppati QUI.
Pellegrino si limita a 7 tipologie, le più importanti e significative, anche se raddoppiate per la linea top destinata all’ HoReCa e quella per la GDO; noi degustiamo il Superiore Riserva Ambra semisecco 1985, ricavato per oltre l’80% da uve di Grillo e Catarratto. La fermentazione del mosto è stata interrotta dall’aggiunta di acquavite di vino invecchiata almeno cinque anni in fusti di rovere. Il vino ottenuto, con contenuto di zuccheri compreso tra 40 e 100 g/litro, affina per moltissimi anni, almeno 15, in selezionate botti grandi di rovere di Slavonia dopo un breve passaggio in barriques. Ed il risultato lo vediamo nel piccolo calice.
Caldo e brillante colore giallo ambrato con riflessi dorati, un meraviglia già per gli occhi. Naso particolarmente intenso e pregno di toni caldi dove emergono la mandorla, il miele, la pesca, la mela cotogna, un pizzico di vaniglia e di spezie. Olfatto denso, finemente elegante, di grande fascino. In bocca è suadente, morbido, amabile, equilibrato, moderatamente dolce e con una stupefacente presenza di una nota acida che gli imprime inaspettata freschezza che stemperano il caldo dei suoi 18° obbligatori. Retrogusto lungo che rispecchia i sentori olfattivi e che addirittura lascia il palato con una sfumatura vagamente amarognola. Appagante.
Abbinamenti: perfetto nettare da dessert che si sposa indissolubilmente con dolci alla mandorla e alle nocciole, provatelo sul panettone o sui formaggi stagionati, per esempio un parmigiano da 60 mesi ed oltre. Oppure in salotto accompagnato da un sigaro Toscano a vostra scelta. Ne trovate 30.000 bottiglie a 20 euro, che sono veramente poca cosa se pensate a quanto tempo e cura ci siano voluti per questo splendore.
Cantine Pellegrino |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |