Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La degustazione

La Top 12 dei Fiano di Avellino 2012

26 Novembre 2013
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di Monica Coluccia

È stata musica d’autore quella ascoltata durante tutte le sessioni di assaggio di “Campania Stories – I Vini Bianchi”, manifestazione appena conclusasi in Irpinia, dopo una prima tappa in Costiera Amalfitana.

 In pista, le ultime annate in bottiglia (e non solo) dei bianchi delle principali denominazioni campane; momento clou della manifestazione, l’arrivo sulla scena dei Fiano di Avellino 2012.

 
Vigneto a Cesinali di Cantina del Barone

Unanime giudizio positivo sulla piacevolezza sensoriale e sulla correttezza esecutiva di tutti i campioni in assaggio, 26 della vendemmia 2012 e 7 della vendemmia 2011, sensazioni vibranti e nitide, avvertite con evidenza persino senza essere dei Master of Wine.
 
Meno chiara forse la consapevolezza di essere davanti ad uno dei più grandi vini bianchi italiani, se non al più grande, capace di rasserenare anche i palati più esigenti, rinunciando ad esprimersi solo con aromi e sapori di semplice connotazione, ma ampliando spesso il registro floreale-fruttato-vegetale con incidenze saline e minerali, garantendo un sottofondo tumultuoso che si manifesta più chiaramente con il passare degli anni in bottiglia. Senza tralasciare il timbro di originalità dei diversi “autori” che li forgiano, ognuno con la sua sensibilità, con la propria vigna, in diverso comune di appartenenza (dei 26, ricordiamolo, della Docg Fiano di Avellino dislocati tra la Valle del Calore, la Valle del Sabato e i pendii del Partenio).


Monte Terminio

Una diversità da difendere affinché il termine identitario diventi quello più calzante per esprimere la voce dell’intero “coro” dei produttori irpini. Avvertenza. I produttori storici e i vignaioli più affermati inizino a guardarsi seriamente alle spalle: la “nuova gioventù” è agguerrita e tenace.
 
12) Caggiano – Fiano di Avellino Bechar 2012 / 86-87
Paglierino con tratti oro verdi. Presenta una sorta di originalità olfattiva descritta da aromi di mimose e fresie, scintillii di giuggiole e erba limoncina, ma anche vanillina. Bocca tesa ma anche spessa e succosa. Strattonante persistenza.
 
11) Tenuta Cavalier Pepe – Fiano di Avellino Refiano 2012 / 87-88
Confortante impressione di piacevolezza e pienezza olfattiva: frutta bianca, aloe, erbe aromatiche e cipria. Bocca piena, grassa, morbida, strutturata, che lentamente si distende per lasciar venire fuori acidità ma soprattutto sapidità e sapori. Ha buon calore che non disturba.
 
10) Montesole – Fiano di Avellino Vigna Acquaviva 2012 / 87-88
Prestazione che conferma la crescita qualitativa aziendale. Vino che gratifica molto all’olfatto per come allinea tutti i descrittori che si desiderano in un Fiano: la parte floreale a quella agrumata, a quella di erbe fresche, di castagna e frutta croccante, e al guizzo salino; tutto in un contesto di estremo contegno. Bocca rispondente, lineare e continua, quasi “friccicosa”.
 
9) Contrada Michele – Fiano di Avellino Selvecorte 2012 / 87-88
Paglierino con riflessi verdolini. Generale impressione di eleganza e rarefazione dei profumi ma di ampio spettro. Stesso incedere al gusto che resta affilato, elegante, gradevolissimo. Pare di struttura “evanescente” tanto è lineare ma trattasi di continuità gustosa e appagante. Bottiglia bucata sotto. Viaggerà nel tempo: provare per credere il Fiano di Avellino 2003, ancora senza alcuna cedevolezza cromatica, vitale all’assaggio, ricco di sapori.
 
8) Villa Raiano – Fiano di Avellino Alimata 2012 / 88-90
Paglierino chiarissimo. Ottima presenza aromatica e plauso soprattutto per la pulizia espressiva. Approccio sottile ma elegante in cui si ravvisano toni di erba limoncina, pesca bianca e salvia. Bocca apparentemente esile, sfodera poi una certa “portanza” acido-sapida al gusto che resta attanagliato da questo binomio; una fase di contrazione che dimostrò avere anche il 2011, oggi in forma smagliante.
 
7) Traerte – Fiano di Avellino 2012 / 88-90
Subito elegante, respirabile, minerale e gessoso, poi erbe aromatiche, mandorle fresche, castagne, timo, mela annurca: tutto centellinato in un contesto di compressione. Invoglia alla beva che trova una bocca piena, strutturata, un caterpillar di sapori di frutta croccante, agrumi, sale e acidità. Non si scompone fino al finale ancora teso. Si farà in bottiglia.
 
6) Pietracupa – Fiano di Avellino 2012 / 88-90
Paglierino molto tenue. Incipit olfattivo lineare e abbastanza timido che si distingue per una sorta di timbro “secco” di buccia di castagna, legno di rosa, nocciolo di pesca, biancospino, margherite; timbro perentorio e caratteristico dell’inizio di un percorso evolutivo che negli anni volgerà, come abbondantemente dimostrato nei vecchi millesimi, all’inatteso. Valutazione prudenziale per un vino che in bocca si mostra leggermente spostato verso le affilate durezze agro-saline e che sembra dissimulare la sua struttura.
 
5) Tenuta Sarno 1860 – Fiano di Avellino 2012 / 89-91
Paglierino intenso, con qualche tratto verdolino. Naso “aperto”, delizioso, che attira e svolge la sua aromaticità dapprima abbracciando con sensazioni di agrumi dolci (quasi caramella al mandarino), poi amplia il corredo con sensazioni di fiori bianchi carnosi, glicine e gardenia; resta un sussurro la mineralità. Bocca coerente, con incipit setoso e una pienezza che accompagna tutta la fase gustativa senza eccessi alcolici e un ottimo supplemento acido-sapido che rialza la testa nel finale.
 
4) Ciro Picariello – Fiano di Avellino 2012 / 89-91
Paglierino chiarissimo. Olfatto che si rivela, come ormai ci ha abituato negli anni, con timidezza e introversione, concedendosi lentamente con leggiadria floreal-vegetale, soprattutto fiori di campo e qualche guizzo citrino. E’ in bocca, di media struttura, che si gioca la partita in questa fase ancora imberbe: elegante, acidula, con un traino aromatico di ottima intensità che conclude la corsa in un finale dirompente di acidi e sali.
 
3) Feudi di San Gregorio – Fiano di Avellino Pietracalda 2012 / 89-91
Paglierino. Naso muto e compresso ma con impressione di chiara eleganza. Florealità spiccata (margherite, camomilla e fiori di pesco) e salinità i toni distintivi che ne tratteggiano anche una fase gustativa, lunga e continuamente tenuta in vita da energici puntelli agrumati e salini. Si arricchisce di intelaiatura fruttata in persistenza. Un filo caldo ma il vino c'è.
 
2) Colli di Lapio – Fiano di Avellino 2012 / 90-92
Paglierino lucente con tratti oro verdi. Naso respirabile, “luminoso”, di esemplare nitidezza, florealità spiccata, un che di vegetale, frutta bianca croccante e accenni agrumato-salini.  Gusto coerente e compiuto con estratto che accompagna tutta la fase gustativa, sale e agrumi a prendere le parti dell'allungo in persistenza. Un pelino di alcol e tanta astringenza acido-sapida nel finale. Andrà riassestandosi in bottiglia.
 
1) Cantina del Barone – Fiano di Avellino Particella 928 2012 / 91-93
Paglierino deciso con qualche lucentezza dorata. Presenta una pienezza aromatica molto intensa con note di spinta “naturalistica” e un'originalità espressiva di camomilla, erbe aromatiche, paglia, pesca bianca matura, melone invernale che potrebbero in qualche modo distogliere l'attenzione dalla spinta minerale sottostante. Di estrema coerenza e pienezza aromatica al gusto, non lesina di manifestare una spinta acido-salina vorticosa.
 
Gli altri 2012 ad inseguire ma tutti veramente vicini, assiepati per qualità e alto livello di piacevolezza.
 
Il podio dei Fiano di Avellino 2011 non mostra sorprese.
 
1) I Favati – Fiano di Avellino Pietramara Etichetta Bianca 2011 / 92
Carica aromatica veramente notevole e bocca che resta sullo stesso registro, debordando per completezza ed eleganza
2) Rocca del Principe – Fiano di Avellino 2011 / 91
Naso stratificato e compresso con una intelaiatura gustativa, ricca, lineare, compatta ed espressiva.

3) Villa Diamante – Fiano di Avellino Vigna della Congregazione 2011 / 90
Stile personale ma di successo: dorato, accogliente, con naso ricco, avvolgente e dal guizzo affumicato, poi dirompe la grinta gustativa che gli è propria.