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Vino della settimana

Vino della settimana: Terzavia metodo classico di Marco De Bartoli

12 Ottobre 2013
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Extra Brut, Pas Dosé di Grillo.

Marco De Bartoliè una piccola cantina dal grande nome. Marco, che purtroppo ci ha lasciati nel 2011, era, più che un produttore particolare, un personaggio famoso nel mondo del vino, conosciuto specialmente da coloro che non amano il prodotto standard, generalizzato ed omogeneizzato, ma vanno alla ricerca di vini fatti seguendo un’impronta personale, una naturalità e una tradizione chiaramente aggiornate con le moderne tecnologie, che alla fine si riducono all’uso sapiente delle basse temperature nella vinificazione.
 
Marco veniva da una famiglia che faceva vino e Marsala e nel 1970 ristruttura il vecchio baglio della nonna e dai 12 ettari circostanti a Samperi comincia a fare vini tipici della zona: di alto grado ed invecchiati. Ma ecco l’idea che ne cambierà la storia, utilizza come lieviti i vecchi vini e nelle botti antiche utilizzando il metodo Soleras nel 1980 nasce il Vecchio Samperi, praticamente un Marsala Vergine invecchiato almeno venti anni, fatto come si faceva prima che arrivassero gli inglesi, cioè senza aggiunta di alcool. Un successo, nato in vigna, in cantina e nelle botti, che fa scoprire De Bartoli e che convince a continuare anche per gli altri vini un percorso fatto di sincerità, di lentezza, di cura attenta ai particolari che contano.

Ai 12 ha di solo Grillo a Samperi (Marsala) dal 94 si affiancano gli 8 di zibibbo a Pantelleria. Oggi l’azienda è nelle mani dei figli, che continuano fedeli la tradizione e i principi di famiglia: Renato a Marsala, Sebastiano a Pantelleria, entrambi enologi, Giuseppina all’amministrazione e alle relazioni. In totale quasi 100.000 bottiglie che per un terzo si dirigono all’estero; al Ventennale e al Trentennale del Vecchio Samperi si affiancano 3 Marsala, 4 vini fermi e a Pantelleria uno Zibibbo secco e due passiti col marchio Bukkuram. Da venti anni in campagna ed in cantina si seguono i principi del biologico che però non è stato certificato per una innata, condivisibile, idiosincrasia verso la burocrazia.
 
Dal 2008 una nuova intuizione, perchè non dare al Grillo una terza opportunità? Così accanto al vino e al Marsala nasce la Terzavia del Grillo con uno spumante metodo classico che segue la metodologia normale ma con una interpretazione propria che vi raccontiamo. Uve raccolte a mano con viti costrette a produrre poco, soli 40 q/ha e grappoli selezionati. Le viti sono a Guyot e crescono in terreni ricchi di sabbie, tufi e calcare. Gli acini sono raffreddati, pressati dolcemente e il mosto decantato comincia a fermentare con i lieviti dell’ambiente per poi passare in fusti di rovere dove si completa la fermentazione  a temperatura fresca indiretta senza aggiunta di solfiti. Affinamento di un anno nei propri lieviti per metà in acciaio e per il resto in legno. Nel settembre successivo si aggiunge mosto fresco per il tiraggio e la rifermentazione in bottiglia con una sosta di almeno 18 mesi a cui segue la sboccatura senza aggiunta di zuccheri.
 
La differenza con quasi tutti gli spumanti e champagne consiste nel fatto che questi lavorano il vino “pulito”, filtrato che necessita quindi di lunghe soste nei lieviti della fermentazione in bottiglia. Terzavia invece non subisce filtrazioni, ma si culla nei suoi lieviti naturali già nella prima fermentazione e nella seconda utilizza quelli presenti nel proprio mosto aggiunto senza altro.  Il risultato è un Blanc de Blanc pas dosé extra brut millesimato in 10.000 esemplari. Dal 2010 è affiancato da un secondo spumante classico Cuvée Riserva che come dice il nome è rifermentato con vini di più anni.

Gustiamo il millesimo 2010 sboccato quest’anno. Nel calice colore giallo e si manifesta una spuma non particolarmente tumultuosa. Le bollicine iniziano medie per diventare quasi subito fini e poi finissime con un perlage che continua quasi all’infinito. Al naso ti aspetteresti i fiori e la frutta di cui in genere il grillo è denso. Invece si mostrano sentori di crosta di pane abbrustolita, note tostate e secche di fiori di campo accompagnate da limone e mandorla. Un insieme diverso, interessante, non banale, che piace. Al palato la carbonatica è lieve, delicata, di classe mentre il vino è pregno di corpo, secco, acido al punto giusto, con un’intensa ed equilibrata mineralità. 12,5 gradi di austerità con le note leggermente tostate lunghissime e nel retrogusto ecco apparire quasi eterea un’ombra di fiori profumati. Nella retroetichetta tra le esaurienti e coincise informazioni si legge: vino spumante di qualità, ed è vero.
 
Perfetto da aperitivo, importante a tutto pasto fino al momento del dolce che potrà essere seguito da un Marsala De Bartoli. In enoteca a 20 euro.

Marco De Bartoli
Contrada Fornaia Samperi, 292
91025 Marsala (TP)
tel. 0923 962093
www.marcodebartoli.com

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di Gianni Paternò

Rubrica a cura di  Salvo Giusino