Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 7 del 03/05/2007

I MERCATI: Vino siciliano, avanti tutta

03 Maggio 2007
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    I MERCATI

Il bilancio dei primi quattro mesi del 2007. Sette aziende illustrano i risultati commerciali. Crescita a due cifre rispetto all'anno precedente e c'è chi vuole radicarsi di più in Italia piuttosto che all'estero

Vino siciliano, avanti tutta

Il vino siciliano cresce. Aumentano le vendite sia in quantità che in valore. Almeno a giudicare da un gruppo di aziende, alcune famose, altre emergenti, che tirano le somme sui primi quattro mesi di quest’anno. Che, a sentire gli addetti ai lavori, sono mesi determinati che tracciano l’andamento di un anno intero.  La sensazione, differenze tra cantine a parte, è quella di un mondo, quello vitivinicolo siciliano, che sta bene. Ma solo perché l’obiettivo qualità resta prioritario.


Questa rapida ricognizione parte da un’azienda iblea  come Gulfi, con sede a Chiaramonte vito_catania.jpgGulfi, colline calcaree, settanta ettari vitati (una parte anche nell’agro di Pachino)  e una cantina magnifica in via di completamento. Vito Catania è il proprietario: “Registriamo una crescita del 28-30 per cento rispetto al 2006. Tutto questo si accompagna al trend positivo sulla produzione. Quest’anno contiamo di produrre 250 mila bottiglie, il 20 per cento in più dello scorso anno. I nostri mercati? Estero al sessanta per cento, il resto Italia”.  Altra zona, altri territori. Siamo a Camporeale. Qui c’è una piccola azienda con 30 ettari vitati in grande crescita, quella degli Alessandro, ormai notissimi tra i gourmet per un Syrah in purezza molto buono: il Kaid. Dice Nino Alessandro, uno dei tre fratelli proprietari della cantina: “In questi mesi segnaliamo un più 10 per cento delle vendite. Puntiamo a produrre quest’anno 140 mila bottiglie. Ma soprattutto vorremmo un po’ radicarci di più nel territorio italiano. Fino ad oggi abbiamo venduto soprattutto all’estero, circa il 70 per cento dell’intera produzione. Tendiamo a ridurre questa quota al 60-55 per cento a favore dei mercati italiani”. Altra cantina, unica nel suo genere, in provincia di Enna. Tenuta Budonetto, 55 ettari vitati, nel territorio di Piazza Armerina  l’­azienza di Francesco Maurigi che anni fa fece discutere per la scelta di puntare su vitigni alloctoni. “Il 2007 è cominciato bene, registriamo un 136 per cento in più, merito anche di una politica commerciale nuova che tiene conto di una maggiore disponibilità di prodotto. E’ cresciuto il numero di bottiglie. Quest’anno puntiamo a passare dalle 450 mila alle 700 mila bottiglie. Nessuna novità sul fronte dei mercati: il 60 per cento lo vendiamo ancora in Italia”.
Salvatore Li Petri, direttore generale di Settesoli, parla di un buon più 7,8 per cento se si fa riferimento al prodotto imbottigliato. Ed è andata ancora meglio la vendita di prodotto sfuso, in questi casi la percentuale supera l'otto per cento. “Siamo approdati ai mercati giapponesi e svedesi – commenta Li Petri – per quanto riguarda l'imbottigliato”. Mentre il vino sfuso, che trova spazio nel mercato del settentrione d'Italia, è cresciuto “grazie alla sempre maggiore solidità, affidabilità e quindi qualità che la nostra azienda riesce a garantire”, commenta il manager.
emilio_ridolfi.jpgLe cose sono andate bene anche dalle parti di Marsala, dove le Cantine Pellegrino raccolgono i frutti del buon lavoro portato avanti con le due nuove linee: Dinari del Duca e Tareni del Duca. “Il primo quadrimestre dell'anno – dice il direttore commerciale Emilio Ridolfi – ha portato un 3,2 per cento in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Un buon risultato legato anche alle nostre due nuove linee, un dato avvalorato anche dal fatto che gli aumenti più significativi sono quelli registrati in ambito nazionale”.
Diego Cusumano, dell'omonima cantina di Partinico, registra una crescita record del diciotto per cento rispetto al 2006: “Siamo cresciuti molto in Italia, Germania e negli Stati Uniti – spiega l'imprenditore -, un vero e proprio boom che nasce da una consapevolezza: l'alberto_tasca.jpgacquisizione del nostro valore. Legare un successo del genere a questa o quell'etichetta è piuttosto difficile. C'è un grande valore in generale”. L'attenzione dei Cusumano, comunque, resta concentrata soprattutto in Italia: “E' la nostra priorità – aggiunge Diego Cusumano -, anche se registriamo ottimi risultati pure in Russia e poi nel resto d'Europa”. Poi ci sono i mercati appena acquisiti: Indonesia, Thailandia, India, Vietnam.
Parla di una crescita del quaranta per cento Alberto Tasca d'Almerita, amministratore delegato dell'azienda di famiglia. “Va molto bene soprattutto in Germania – dice Tasca -, ma anche negli altri mercati. Quello che abbiamo raggiunto è un ottimo risultato, anche se non è una sorpresa, ma il frutto di un progetto ben definito e di una rigida pianificazione delle vendite”.

Fabrizio Carrera
Marco Volpe