Fonte governativa: aumento dazi possibile già a settembre
da Shanghai Bianca Mazzinghi
Traduciamo parte dell'articolo pubblicato sul numero del fine settimana di China Daily, uno dei principali quotidiani del paese con versione in lingua inglese.
Le importazioni di vino francese in Cina sono calate tra le preoccupazioni che la disputa commerciale con l'Unione europea possa risultare in un amento delle tariffe sull'import dei vini europei. Nei primi cinque mesi dell'anno, il valore delle importazioni di vino è aumentato del 10,6% su base annua fino a 660 milioni di dollari (dato diffuso dalla Camera del commercio cinese per import/export di cibo, produzione locale e prodotti per animali). Nonostante ciò i vini francesi sono calati del 9,3% a 280 milioni di dollari, mentre sono cresciute di oltre il 30% le quote di altri paesi come Spagna, Italia, Stati Uniti e Australia. La Camera di commercio, che collabora con il ministero del Commercio, ha comunicato che sebbene i francesi rappresentino ancora di gran lunga la fetta più ampia dell'import di vini, al 46,3%, “il loro monopolio si è considerevolmente indebolito”.
Lo scorso mese la Cina, quinto mercato mondiale di vino, ha avviato un'indagine anti dumping nei vini europei (il punto di vista degli addetti ai lavori cinesi a questo link), in risposta alla mossa dell'Ue d'imporre un aumento dei dazi sui pannelli solari cinesi. L'indagine, dicono i distributori di vino cinesi, potrebbe portare a un importante crescita delle tasse. Alcuni di loro attendono, altri già rivolgono l'attenzione verso prodotti di altri paesi. Denis Wang, general manager di una compagnia d'importazione dello Shandong, ha smesso di lavorare con vini francesi mesi prima la disputa commerciale. “I problemi tra Cina e Ue non finiranno mai, sapevamo che anche il settore del vino prima o poi sarebbe stato coinvolto”, dice Wang, che ora importa prodotti sudafricani.
La maggior parte delle importazioni cinesi di vino europeo proviene da Francia, Spagna, Italia e Germania. Al momento la tassazione totale, comprensiva di diverse voci, è al 48% del valore dichiarato. Aumenterebbe se l'indagine si concluderà con esito negativo per l'Ue.
Il manager di una compagnia francese con base a Shanghai, che chiede di rimanere anonimo, dice che secondo fonti governative i dazi potrebbero aumentare già a settembre. “A trarne vantaggio – spiega – saranno i produttori del 'nuovo mondo', come Nuova Zelanda o Cile, che hanno accordi di libero scambio con Pechino”.
Aggiunge che la disputa non ha avuto comunque effetto sul suo business grazie alla grande quantità di vino in magazzino.