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Scenari

Il peperoncino si prepara per conquistare i mercati, al Ministero si fa un piano per lanciare la filiera

19 Luglio 2013
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E nei nostri mercati circola il peperoncino prodotto in India con colorante cancerogeno 

Al Minstero delle Politiche Agricole si fa anche un piano su come lanciare la filiera del peperoncino.

Il piccolo ortaggio amato da molti, simbolo della passione e dell'erotismo ed anche ausilio per la salute è uno degli assi della manica che può giocarsi l'agricoltura nazionale. L'Italia è il quarto produttore in Europa e vanta eccellenze che altri Paesi non hanno. Così, guardando alle possibilità di sviluppo e alle prospettive più che positive anche alla luce delle recenti performance nel mercato, si sono voluti incontrare i vertici delle principali associazioni del settore, organizzazioni professionali, produttori e anche esponenti del mondo accademico e della ricerca per studiare, insieme al Ministro Nunzia De Girolamo, un piano per creare un sistema di filiera compatto che possa sostenenre, anche all'estero, questa piccola perla del paniere Made in Italy. Presenti alla riunione il direttore generale Stefano Vaccari, rappresentanti dell'Accademia  italiana del peperoncino e di AISPES (Associazione Internazionale Studio Peperoncino e Solanacee), l’Associazione nazionale “Rieti cuore piccante”, le Organizzazioni professionali e le Centrali cooperative, diverse Università e istituti del CRA che hanno svolto attività di ricerche nel settore, consorzi di produttori venuti da tutta Italia. 

Se la qualità della produzione nazionale è indiscussa, si devono sempre fare i conti con la concorrenza, con peperoncini più economici e “artefatti”. Come il peperoncino indiano, molto presente nei nostri ccanali di vendita ad un prezzo molto meno inferiore rispetto, per esempio, a quello calabrese. La polvere di peperoncino dall'India costa solo 4 euro, quella prodotta in Calabria 12. In più, il peperoncino indiano viene essiccato in forno con tutte le foglie perdendo vitamine, gusto e aroma. E perde anche il colore.  Per riportarlo al colore originale viene usato il Sudan I, un colorante non autorizzato per uso alimentare perché cancerogeno. Inoltre, la normativa vigente, non impone di indicare sull'etichetta l'origine del peperoncino, ma solo il Paese in cui viene confezionato, così magari peperoncini venduti come Made in Italy sono in realtà prodotti in India. i

Si è poi fatto il punto della situazione e stabilito alcuni passaggi fondamentali per strutturare una filiera forte capace di competere nel mercato:
 
a) un aumento del livello organizzativo dei produttori, che hanno nelle OP uno strumento di sicura efficacia;
b) la definizione di un percorso di qualità che porti a far riconoscere le specificità del prodotto nazionale;
c) la messa a punto di un rapporto integrato di filiera (tra produttori e operatori dell’industria alimentare) attraverso il quale stabilizzare il prezzo del prodotto e promuovere una filiera italiana di qualità;
d) la rimozione di alcuni elementi che inficiano alla base la competitività del prodotto nazionale (tra questi la meccanizzazione della raccolta risulta essere un obiettivo strategico);
e) l’introduzione di alcune innovazioni di processo che possano sostenere la qualità del prodotto nazionale.