La giornalista a Vino Vip: più storia e cultura e meno descrizioni di barrique e tannini in futuro
“Cortina d’Ampezzo, il Veneto, Venezia il capoluogo, straordinari territori, che hanno il profumo del Prosecco.
Una terra stupefacente. Spesso mi chiedono quali sono al mondo i vini e i territori sul quale scommettere. Io non rispondo mai a queste domande. Ma ho le mie idee chiare su come gestire un territorio, come portarlo al successo, come farlo diventare vincente. E qui, su questi territori, sarebbe tutto facile”. Jancis Robinson, personalità unica fra le più acclamate al mondo potrebbe perdere la pazienza se s’insiste, ma poi alla fine non si scompone. E’ stata protagonista per due ore a Vino Vip 2013, la “biennale” del vino organizzata da Civiltà del Bere”. Presentatrice televisiva di successo, giudice in concorsi internazionali ha firmato opere e guide di settore tra cui il The world atlas to wine e la vendutissima enciclopedia Wine Graps, uscita nel 2012. E’ stata scelta per presentare e illuminarci su un tema di stringente attualità: “L’innovazione nel vino dalla vigna al marketing”.
Ecco la sua lezione. “I vini e i territori su cui poter scommettere non possono puntare tutto e solo sulla qualità. Non basterebbe, il vino ha bisogno di cultura, ha fame di storie, vicende e antichità. E di giovani che le sappiano raccontare. Ed anche così potrebbe non bastare. L’obiettivo finale si chiama lover global e si conquistano solo dopo averli coccolati con trame letterarie e non con sensazioni olfatto-gustative mixate con alcol, acidità e tannini”. E aggiunge rivolgendosi a una parte della platea: “Voi giovani, ripeto, dovete girare il mondo con una valigia piena di vostre bottiglie e riassunti della vostra storia e di quella del vostro territorio. Che poi aggiornerete attraverso il web, tenendo ben presente che al consumatore interessa sempre meno la vostra barrique, la resa dei vigneti, l’acidità totale, e la sua malolattica. Insomma il successo del vostro vino non è legato alle sue qualità e/o caratteristiche. E se proprio ritenete inevitabile una scheda tecnica fatela ma senza “infangare” la parte romantica del vostro vino”. Efficace. Grazie anche all’enfasi con cui ha corroborato il suo linguaggio. Sempre adeguato anche quando ha trattato temi che hanno spaziato dal genoma della vite al Dna degli acini, sino al suo rapporto col biologico e il biodinamico di cui non si sente certo un’accanita sostenitrice.
Stefano Gurrera