Chi ha detto che il vino lo si debba ottenere per forza dall'uva? Lo si potrebbe fare con il Durian.
Hanno così pensato due giovani studenti della National University di Singapore, Christine Lee e Fransisca Taniasuri. In laboratorio hanno adottato il protocollo di vinificazione classico e “naturale”, come si usa dire oggi, senza aggiunta di solforosa e con la riduzione al minimo di ogni trattamento chimico. Il frutto però non ha una grande fama presso i consumatori asiatici, a causa del suo odore particolare e intenso. Per molti non proprio gradevole a causa dei sentori di calzini sporchi, pesce marcio che emana, per alcuni addirittura sprigiona il pungente del vomito. Per di più, avendo un alto contenuto di zolfo, risulta anche pericoloso mangiarlo.
Sta di fatto, che una volta trasformato in vino si annullano tutte queste caratteristiche, anzi le ricercatrici hanno dimostrato che il frutto esotico si presta perfettamente alla vinificazione. Ma non si sono fermate solo al Durian, hanno provato a ottenere vino anche dalla Papaya. Ovviamente sono facilmente intuibili i sentori che questo vino sperimentale ha dato al calice: aromi tropicali e fruttato dolce. Quest'ultimo potrebbe essere la novità del prossimo futuro che si proporrà al mercato asiatico, e che potrebbe diventare tendenza tra i neo wine lover che in quella parte del mondo stanno diventando sempre più numerosi.