L'investimento sarà di 4,7 milioni di euro. Il mix di iniziative va dalla formazione delle figure chiave del mercato del Vino alla stesura di un vocabolario tecnico e di una guida agli abbinamenti, ad azioni social con il coinvolgimento di guru del vino
Un piano triennale per conquistare il mercato cinese.
L'investimento complessivo è di 4,7 milioni di euro. E' stato studiato da i due consorzi privati che rappresentano il gotha enologico nazionale, 32 imprese con 20mila ettari coltivati in tredici regioni italiane: Istituto Grandi Marchi e Italia del Vino-Consorzio. Uniscono le forze e fanno sistema per potenziare il presidio nel più importante sbocco del vino del prossimo futuro. Un tipo di intervento dettato anche dalla ultima constrazione delle quote che è scesa al 6%, due punti in meno rispetto al 2006. Le performance dell'Italia in questo mercato sono ancora al disotto di quelle di altri Paesi del vino, con la Francia in testa. Solo 75 i milioni di euro fatturati con l'export verso la Cina, contro i 612 incassati dalla Francia, i 117 dall'Australia, i 114 dal Cile. L'Italia sta anche al di sotto della Spagna che ha toccato quota 87 milioni di euro tra vino imbottigliato e sfuso.
“Questa situazione non è più sostenibile – sottolineano i presidenti dei due consorzi, Piero Antinori ed Ettore Nicoletto – e il rischio concreto è quello di venire relegati in posizioni ancora meno influenti. Siccome il vino italiano è vincente ovunque nel mondo per qualità, capacità di integrarsi con le cucine locali e prezzo, il problema sta, secondo noi, nella frammentazione della nostra proposta complessiva. Ci siamo presentati in molti contesti, ma sempre individualmente, cercando di spiegare ad un pubblico non compiutamente formato, tutta la complessità della produzione italiana. Troppe informazioni, in troppo poco tempo. Il risultato è che non ci hanno capiti”.
Tante le novità del progetto che è stato presentato al Ministero per le Politiche agricole e forestali. Per la prima volta, punta ad intercettare tutti i diversi pubblici di riferimento: importatori ed operatori commerciali; chef e sommelier; consumatori. Azioni a carattere istituzionale, di carattere precompetitivo, non mirate quindi al supporto commerciale dei singoli marchi, volte a formare adeguatamente tutti gli operatori della filiera distributiva, il personale che dovrà spiegare al pubblico le caratteristiche dei nostri vini e, infine, il largo pubblico che verrà coinvolto attraverso un mix di iniziative: la pubblicazione di un indispensabile dizionario italiano-mandarino con tutti i vocaboli dell’enogastronomia del Bel Paese; una guida a come abbinare le cucine tradizionali cinesi coi vini italiani e, infine, una piattaforma web, sempre in mandarino, col coinvolgimento di blogger, giornalisti e chef cinesi.
“L’Italia del vino è per sua natura articolata e complessa – spiega Piero Antinori – : se vogliamo avere degli “ambasciatori” cinesi dobbiamo fare in modo che arrivino in Italia, visitino i tanti territori, conoscano i produttori, vedano come nasce un grande vino italiano. Soltanto così potranno poi convincere in patria i propri clienti”.
E tiene a precisare Nicoletto: “Questo progetto non vuole rappresentare la solita “richiesta” di contributi. Anzi. Le aziende aderenti ai due consorzi si impegnano ad investire ancora più massicciamente in questa operazione”.
Che nasce con il proposito di coinvolgere il più possibile anche altri attori del made in Italy in uno sforzo unito per conquistare il mercato cinese: eccellenze della gastronomia, della cucina, personaggi dello sport, della cultura e dello spettacolo, l’industria tecnologica.
I due consorzi realizzano un fatturato complessivo di 1,4 miliardi di euro, di cui ben 750 milioni sono rappresentati da esportazioni, il 17% dell’export complessivo italiano di settore.
Italia del Vino-Consorzio: Gruppo Italiano Vini, Cantine Lunae, Medici Ermete, Banfi, Drei Donà Tenuta La Palazza, Ferrari, Gancia, Marchesi di Barolo, Santa Margherita, Sartori, Terredora, Casa Vincola Zonin.
Istituto del vino italiano di qualità Grandi Marchi: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.