Satèn di Chardonnay.
Dopo la pausa Vinexposiana Bordolese, che speriamo qualcuno abbia notato, riprendiamo il nostro piacere settimanale e lo facciamo con un Franciacorta di Tenute La Montina, al plurale in quanto i 72 ha vitati gestiti ricadono in ben 7 comuni. Il cuore aziendale è in Monticelli Brusati (Bs) ai margini della boscosa Valle Mugnina dove oggi si trovano, oltre l’Azienda vinicola, la settecentesca Villa Baiana, il Museo di Arte Contemporanea in Franciacorta Remo Bianco, la Galleria d’arte e il Wine Shop.
Le prime notizie sulla tenuta risalgono addirittura al1620 quando era di proprietà di Benedetto Montini, avo del papa Paolo VI. Nel tempo, invece di progredire, la tenuta andò praticamente in rovina e alla fine degli anni ’80 finanche le suore, ultime abitanti, preferirono trasferirsi in Val Camonica.
Arriviamo così al 1982 quando i fratelli Bozza, Vittorio Gian Carlo ed Alberto, che avevano una lunga esperienza vitivinicola e che già fin da piccoli avevano respirato l’aria intrisa di vino in quanto il loro padre produceva vino rosso e la madre in paese gestiva un’osteria , acquistarono praticamente in stato di abbandono gli edifici e i pochi ettari che li circondavano. Pian piano utilizzando la conoscenza di impiantare le viti e il sapere individuare i siti migliori per far crescere l’uva da millesimare, La Montina è diventata un riferimento nella DOCG Franciacorta ed oggi, oltre ad 80 mila bottiglie di vini fermi, ne produce 450.000 di spumanti da 12 ha di proprietà, da altri in affitto e da uve di conferitori. Sono 7 tipologie tra cui una Riserva, un Millesimato e due Rosé.
Il disciplinare di produzione dei Franciacorta prevede l’impiego di Chardonnay, Pinot Bianco e uve rosse di Pinot Nero e prescrive esclusivamente la raccolta manuale delle uve in cassette, impone la rifermentazione naturale in bottiglia e l’affinamento sui lieviti, non inferiore ai 18 mesi per le basi, 30 per i millesimati e ben 60 per le riserve.
I Bozza dalla regione dello Champagne hanno introdotto la pressatura col Torchio Verticale Marmonier, costruito in Franciacorta grazie al supporto di valenti artigiani e che ancora oggi è uno dei rarissimi presenti in Italia e soltanto uno dei due disponibili in Franciacorta. Questa pressa meccanica ha un diametro di 3 m e altezza limitata a soli 120 cm per ridurre il tempo di deflusso del mosto e consentire una spremitura molto soffice, senza frantumazione delle bucce, con una resa in mosto fiore del 35%- 40%. La pressatura soffice permette all’acino d’uva di mantenere intatte tutte le qualità organolettiche che andrebbero in buona parte perse con una pressatura violenta.
Il Satèn è una tipologia esclusiva della DOCG Franciacorta caratterizzata dall’uso delle sole uve bianche, da una pressione in bottiglia inferiore a 5 bar, dal gusto vellutato e dalla spuma setosa.
Degustiamo Argens, il cui nome deriva dall’etichetta argentata, che proviene dauve di solo Chardonnay coltivate nei migliori vigneti denominati Rubinia e Dossello, tra i più vecchi dell’azienda, che posizionati verso il Lago d’Iseo ne traggono tutti i benefici del suo microclima. Le fermentazioni in parte avvengono in barriques di leggera tostatura. Rifermenta in bottiglia per 24 mesi sotto la cura degli enologi Cesare Ferrari e Nicolas Secondé.
Nel calice è giallo paglierino leggermente carico, una bella spuma e un perlage molto fine e di buona persistenza. Al naso una piacevole crosta di pane, fiori di campo, agrumi, molta mandorla tostata, una delicata vaniglia. Al palato la carbonatica è fine, elegante mentre il vino è secco e morbido al contempo, corposo, lungo con un retrogusto dove mantiene le note tostate. Un Franciacorta particolare.
Ottimo da aperitivo e da tutto pasto, l’abbiamo abbinato agli spaghetti con ricci di mare, salmone affumicato, soppressata calabra. Se ne fanno 92.000 bottiglie che in enoteca trovate a 21 euro.
Tenute La Montina |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |