L'Etna, il vulcano più alto d'Europa, adesso fa parte del Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
Lo ha decretato ieri l'Unesco. Il comitato si è riunito nella sua sessione annuale a Phnom Penh in Cambogia. L'Etna come scritto nella motivazione rappresenta “uno dei record mondiali nel campo dei vulcani più documentato (…). Una destinazione privilegiata per la ricerca e l'educazione. La sua importanza scientifica, i suoi valori culturali e pedagogici sono di importanza mondiale”.
Per noi che raccontiamo di vino è una bella notizia. Perché, molto probabilmente quello dell'Etna al momento è l'unico esempio al mondo in cui un territorio che finisce tra i patrimoni dell'Umanità è anche il nome di una doc. Non ci sembra infatti che nella lunga lista (la famosa World Heritage List) ci siano nomi di territori di vini e questo è un ulteriore primato che potrà aiutare a far conoscere meglio le produzioni enologiche di questa parte di Sicilia.
“Ci rende felici – dichiara Giuseppe Mannino, presidente del Cosorzio dell'Etna Doc – che l'Etna venga riconosciuta come prodigio della natura sotto tutti gli aspetti. L'Unesco se ne è accorta, non è altro che una certificazione di ciò che già questo territorio vanta. Ci auguriamo che la gente sia incuriosita dal nostro vulcano e quindi venendo in Sicilia scopra anche le sue produzioni, il vino prima di tutto. Si è fatto un passo avanti e questo ci consentirà di portare turismo di un certo tipo. Avremo qualche strumento in più per tutelare e mantenere il nostro paesaggio incontaminato, perservarlo dall'incuria, penso ai nostri muretti a secco, alle ginestre, anche alla viabilità che purtroppo ancora oggi è problematica. Il riconoscimento dell'Unesco darà ai nostri amministratori più responsabilità. Diciamo che da tempo il binomio vino-vulcano è forte e immediato nell'immaginario e non solo degli italiani. Adesso l'inserimento tra i siti Patrimonio dell'Umanità ci darà una ulteriore marcia”.
C.d.G.