I RISTORANTI DEL CUORE/2
Al Fogher di Piazza Armerina i piatti sono un gioco di equilibri tra forza gustativa e leggerezza. Angelo è devoto alla sua terra e al suo lavoro, che ha cominciato col padre pescando gamberi di fiume e granchi
Un Treno di sapori
I “Ristoranti del cuore” raccontati provincia per provincia. Dedichiamo questo spazio ai 20 locali che abbiamo selezionato su cronachedigusto.it come quelli che amiamo di più. Francesco Pensovecchio ci racconta Al Fogher il ristorante del cuore della provincia di Enna.
Ci sono voluti 25 anni per far tornare Angelo Treno in Sicilia, nella sua Piazza Armerina. Torino, Milano, Merano, Treviso, Trieste, Bruxelles, Cannes, Vestfalia, Inghilterra e Olanda sono solo alcune delle sue tappe professionali. Fuori casa ha avuto modo di verificare e confrontare le sue esperienze, i suoi studi, con altre culture e abitudini alimentari. La sua è una passione che dura da quaranta anni, passione che adesso lo colloca tra i migliori ristoranti della Sicilia.
Angelo è devoto al suo lavoro e alla sua terra, uno chef che commosso, ci racconta di quando a Piazza Armerina con suo padre pescava gamberi di fiume e granchi. Il suo approccio alla cucina parte dall’idea che la Sicilia dispone di un bagaglio pressoché infinito di risorse, che devono solo essere utilizzate.
All’inizio degli anni ’80 si presenta un’occasione, una di quelle che ti spingono a tornare a casa, anche se gli amici di sempre e i colleghi non ci sono più da tempo.
Inizia un periodo duro, nel quale, accontentare la clientela che chiede pesce, significa non andare a dormire pur di ottenere il meglio dal mercato ittico; e, imbottiti di caffé per non addormentarsi in strada, continuare la giornata tra i fuochi. Dopo un paio di anni la svolta. Angelo decide coraggiosamente di proporre quello che piace a lui, quello che ha imparato nella sua lunga carriera. “Fogher”, in Veneto un focolare tipico attorno al quale si riuniva la famiglia per mangiare un piatto di minestra o della polenta, richiama al periodo di Treviso. Legno, stoffe e il caminetto acceso nelle sere invernali creano un ambiente intimo e accogliente.
I piatti sono un sapiente gioco di equilibri tra forza gustativa e leggerezza. Indimenticabili gli spaghetti di farro con ragù di maiale nero e ricotta fresca; il fagottello ripieno di mortadella di Chianina su vellutata di pistacchio; la coscetta di coniglio di prateria marinato nel moscato con finocchietto selvatico, pomodoro e patate novelle saltate; lo strudel di baccalà con granita di vinacce fresche. La disponibilità dei vini è andata crescendo nel tempo, arricchendosi negli anni di bottiglie sempre più importanti e ricercate.
Ma dietro un uomo di successo c’è una donna speciale, e questo caso non fa eccezione. Ernesta Tudisco, moglie, responsabile del settore “dessert” e maître di sala, ha accompagnato ovunque Angelo, ritagliandosi le sue specialità e i suoi campi di azione. Da provare il “semplice” creme caramel, o il tortino di pasta frolla con crema cotta di Vastedda del Belìce, miele millefiori e pera Abate cotta al Marsala. Il menu degustazione di 7 portate costa 55 euro, bevande escluse.
Raggiungere il Fogher non è difficile. Percorrete la SS117bis, da Enna in direzione Gela. Nei pressi di Piazza Armerina, prendere l’uscita per Aidone. Proprio sotto il cavalcavia c’è il piccolo “rifugio” di Angelo ed Ernesta. Prenotate sempre.
F. P.