Il dato numerico e di qualità della partecipazione a Cantine Aperte dello scorso anno in Veneto è quello che ha colpito positivamente i produttori e il Presidente del Movimento Turismo Vino Veneto, Giorgio Salvan.
“Nel 2012 – riferisce – abbiamo riscontrato la presenza di meno curiosi e sempre più appassionati interessati e consapevoli. Ci ha colpito anche la presenza di numerosi giovani ed anche a loro è dedicata l’iniziativa che quest’anno si accompagna a Cantine Aperte in Veneto, “testavino”, un invito al bere con moderazione, raccontando tramite foto, sms, post e tweet le emozioni che si sono provate degustando consapevolmente”. Circa cento le aziende dell’associazione regionale che aderiscono a Cantine Aperte, comprendendo tutte le zone doc di riferimento da Bagnoli a Valpolicella, una zona enoturisticamente molto vocata ma per la quale secondo Salvan si potrebbe fare di più. “Tutte le cantine – commenta Salvan – puntano molto sulla comunicazione e anche grazie ai nostri sforzi riusciamo ad ottenere dei buoni risultati ma il nostro obiettivo è quello di andare oltre l’evento ed aprire le cantine tutto l’anno. Per questo ci affidiamo ad un grande nostro alleato che è la ristorazione con la quale stiamo promuovendo alcuni progetti legati al bere consapevole e al giusto consumo del vino, dalla possibilità di bere al calice per valorizzare ogni piatto con il giusto abbinamento all’idea di portare a casa il vino che non si è riusciti a consumare, abitudine già presente in altri paesi ma che stenta ad affermarsi in Italia”. A questo proposito gli chiediamo da quale di questi paesi potremmo trarre esempio nella comunicazione del vino.
“Sicuramente dalla Francia, dove ogni famiglia di ceto medio ha una cultura del vino molto più avanti di quella posseduta dalla maggior parte degli italiani. Sono anche un produttore e durante le visite porto raramente i miei ospiti in cantina perché preferisco mostrare loro i vigneti. Senza una conoscenza approfondita delle basi non si può conoscere ed apprezzare pienamente il prodotto finale”. Sull’importanza e il valore dell’enoturismo ci racconta: “Viaggiare e visitare un territorio serve a scoprire un vino che per mancanza di risorse o altre ragioni non si potrebbe conoscere altrove. Sarà poi compito della cantina informare l’enoturista di modo che questi a sua volta racconti di quel territorio e di quel vino. Per questo bisogna puntare sulla comunicazione a tutti i livelli. Anche da parte delle istituzioni servirebbe maggiore attenzione, considerati i flussi che riesce a muovere un attrattore come il vino. Certo bisogna puntare anche sulle sinergie con l’arte e il cibo, perché nessuno da solo è decisivo”.
Daniela Corso