Un Vinitaly che ha dato un ritorno alle cantine, soprattutto la possibilità di entrare in nuovi mercati e di consolidare il rapporto con i propri di riferimento.
Molti i contatti e le occasioni di business sul fronte estero.. Vinitaly. Si sono distinte le presenze da Russia e Far East, con Cina in testa, seguita dal Giappone.
Tra gli importatori cinesi, Edward Liu, titolare di SinoDrink, specializzato in vino italiano con 50 aziende in portafoglio, ha dichiarato: “Il vino italiano piace e l’apertura di molti ristoranti italiani in Cina può dare una mano alla sua diffusione. Servono però iniziative di promozione mirate, tasting e traduzioni di libri sul vino per allargare il mercato”.
L’importatore russo Andrey Golovchenko, di PPPUDP-Product Supply Enterprise of Administrative Department of the President of the Russian Federation, che rifornisce l’amministrazione russa ma anche distributori privati, ha spiegato: “A Vinitaly ho incontrato una cinquantina di cantine, grandi e piccole realtà. Era la mia prima visita alla manifestazione con l’obiettivo di raccogliere un portafoglio di 500-600 vini italiani di tutte le fasce di prezzo”.
È rimasta decisamente “impressionata” da Vinitaly Janet Wang responsabile sviluppo internazionale di Tmall, primo sito web b2c del retail in Cina: “Tutti i grandi protagonisti del vino italiano erano presenti ed è stata una grande occasione per conoscerli personalmente ed iniziare a stabilire contatti per favorire nuovi business tra Italia e Cina”.
Prima volta a Vinitaly, invece, per Jared Liu, amministratore delegato e fondatore di YesMyWine, il più grande sito di e-commerce in Cina: “L’ho trovata una Fiera di prim’ordine nel panorama mondiale – ha commentato – . A partire da oggi il vino italiano sarà protagonista in Cina. Lanceremo da subito uno speciale dedicato Ad alcuni dei produttori presenti ad OperaWine”.
ph Francesco Mollo