Da sinistra Saverio Lo Leggio, Giuseppina e Giuseppe Milazzo
Fa invidia ai più giovani export manager, gira il mondo e oramai il suo bioritmo è a prova di fuso orario.
Infaticabile Giuseppe Milazzo, titolare dell'omonima cantina di Campbello di Licata, la crisi l'ha accolta, come altri suoi colleghi, come un'opportunità e l'ha affrontata praticando il globe trottering e curando, anche il mercato italiano. Strategia compiuta a piccoli passi ma che alla fine ha portato l'Azienda Agricola G. Milazzo di Campobello di Licata a chiudere il 2012 con un più 10 per cento. Risultato non scontato, appunto, in questo periodo. “Ottimo – come dichiara Saverio Lo Leggio, genero del titolare dell’azienda, Giuseppe Milazzo – soprattutto se si considera il generale periodo di crisi che ha investito tutte le aziende”. Europa e Oriente sono state le piazze di riferimento, tanto che hanno portato la produzione della cantina a quasi 400 mila bottiglie. “In questi anni ci ha premiato la strategia dei piccoli passi – spiega Lo Leggio – e andremo avanti così”.
Tra un continente e l'altro l'azienda farà tatta a Verona, al Vinitaly, Presenterà ai buyer e operatori e agli appassionati in visita al salone la sua ultima etichetta il d.zero, il primo spumante a dosaggio zero mai realizzato nel sud Italia (per leggere l'articolo cliccare qui). E’ un rosato metodo classico, blend di Insolia rosa e Chardonay. “Presenteremo la vendemmia 2007 – continua Saverio Lo Leggio – con tiraggio e presa di spuma della primavera successiva, lunghissima permanenza sui lieviti e sboccatura di fine novembre 2012. Abbiamo fatto una presentazione in anteprima a Palermo lo scorso dicembre, ma il Vinitaly sarà il nostro debutto ufficiale”. L’azienda agricola Milazzo è stata una delle prima a realizzare spumanti in una terra, la Sicilia, che per questi vini non è ritenuta vocata, ed una delle poche ad indicare in etichetta anche il mese e l’anno di sboccatura. Ad affiancare il d.zero al Vinitaly ci saranno pure le nuove annate dei bianchi di Milazzo, compresi i vini che saranno immessi sul mercato a fine maggio o a giugno perché necessitano di un affinamento più lungo. “La nostra azienda ha sempre prodotto le proprie uve senza usare sostanze chimiche o di sintesi. Da quest’anno infatti i nostri vini avranno anche la certificazione di provenienza biologica”, conclude Lo Leggio.