Flessione delle vendite e aumento dei prezzi è ciò che ha caratterizzato l'andamento del mercato del vino nella grande distribuzione nel 2012.
Anche la ricerca condotta per Vinitaly da Symphony Iri lo conferma, con dati che dipingono una tendenza negativa nella vendita, rispetto al 2011, per il totale del vino confezionato (il – 3,6% in termini di volume). L'analisi, che verrà presentata al Vinitaly giorno 8 aprile, espone i vari cambiamenti nel posizionamento e relativamente alle quote di mercato per le varie tipologie. Così, in un quadro generale che porta il segno meno, figura invece il trend positivo delle vendite nella fascia medio alta. Buona performance per il vino in bottiglia a denominazione d'origine con un prezzo superiore ai 6 euro (+3,3%). Non ha sofferto sullo scaffale nemmeno il vino a denominazione a marca commerciale, sia in bottiglia che in brik. Anzi questo ha conquistato una consistente quota di mercato, del 14,7%. Successo dovuto anche ad un miglioramento della qualità e alla diversificazione dell'offerta che ha consentito un ampliamento del target di riferimento e la maggiore presenza anche nei segmenti nobili del mercato. Stabili invece le bollicine con un -0,6% e il vino in brik, interessato da una leggera flessione nei volumi, del 1,7%.
E' la prima volta in dieci anni che si rileva uno scanario di tale portata appesantito al forte rincaro. Si tratta del +5,5% per il totale del vino confezionato, del 4,5% a litro per le bottiglie di 75 cl a denominazione d’origine e del 10,1% per i brik. Con la conseguenza che molti prodotti, aumentando di prezzo, sono andati a collocarsi nella fascia superiore. Per esempio, i vini a denominazione sotto i due euro (una fascia di prezzo che rappresenta il 25,2% del mercato) perdono a volume il 18,3%, ma proprio perché tanti prodotti sono passati alla fascia di prezzo centrale, quella tra 2 e 4 euro che copre la maggiore quota di mercato, quasi il 50%. Parlando, invece di quote di mercato globale, i vini a denominazione raggiungono il 56,1% delle vendite di vino nella Gdo, mentre i brik il 31,5% (sempre a volume). La spinta promozionale rispetto al 2011 non è aumentata, mantenendosi stabile, mentre i prezzi medi di una bottiglia di 75cl a denominazione d’origine è di 4,28 al litro, e di 1,24 per il brik. La fascia di prezzo tra i 4 e i 6 euro è andata a coprire il 14,8% del mercato e quella sopra i 6 euro il 5,4%.
La crescita dei prezzi suggerisce prudenza ha avvertito Virgilio Romano, Client Service Director di SymphonyIRI Group, coordinatore della ricerca realizzata per Vinitaly 2013: “Va evidenziato ciò che accade nel segmento Brik, in cui si registra un corposo aumento di prezzo associato ad una sostanziale tenuta nelle vendite a volume: una situazione spiegata in realtà da una forte leadership e dalla rilevante presenza della marca commerciale nel comparto. Le statistiche ci dicono qualcosa anche dell’evoluzione dei gusti dei consumatori: tra i vini emergenti troviamo nelle prime posizioni 3 bianchi, come Pecorino, Pignoletto e Grillo, dunque una predilezione per un bere più leggero, forse meno legato al pasto e più alla socialità. Un dato che deve far riflettere: alla tradizione bisogna affiancare nuovi gusti e nuove modalità di consumo per avvicinare nuovi consumatori”.
Il vino più venduto nei supermercati italiani è il Lambrusco con più di 14 milioni di litri per un valore di 44 milioni di euro. Seguono Chianti, Montepulciano d’Abruzzo, Barbera, Bonarda. Va sottolineato il calo delle vendite a volume del Nero d’Avola (- 30, 2% a volume), dovuto ad un aumento del prezzo del 20,8%, un fenomeno che si ripete anche per altri vini. Tra i vini “emergenti”, cioè quelli che fanno registrare una maggior crescita a volume, boom del Pecorino, prodotto nelle Marche e in Abruzzo, con un + 23,8%, seguito da Pignoletto, Grillo, Traminer, Falanghina.