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La degustazione

Un viaggio nelle Terre di Federico II, il racconto di una degustazione

08 Marzo 2013
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La location è l'enoteca Trimani, in Via Goito dal 1876, ed il protagonista è il Nero di Troia, l’autoctono dell'area del nord barese, fino al foggiano.

 Per un giorno è stato la star sotto il cielo di Roma.
 
L’occasione è quella del Roadshow, una rassegna di laboratori organizzati dal Movimento Turismo del Vino Puglia e dall’associazione Athenæum – l’Ateneo dei sapori, che tra febbraio e marzo hanno portato in giro per le enoteche romane le eccellenze del comparto vinicolo pugliese. La tappa del 7 marzo è stata dedicata alle “Terre di Federico”. Un excursus storico è d’obbligo, per capire il luogo.

L’atmosfera è quella che ruota attorno alla maestosità di Castel del Monte, nella provincia di Barletta-Andria-Trani,  patrimonio UNESCO, sintesi di raffinate conoscenze scientifiche e astronomiche, voluto e molto amato dall'imperatore Federico II di Svevia. Qualcuno pensa che fu lui, estimatore anche dei buoni vini, a portare il Montepulciano in terra pugliese.I vini assaggiati appartengono all’area centro-nord della Puglia: il Nero di Troia Igt, il Castel del Monte Doc, il Puglia Rosso Igt, il Daunia Igt e, dulcis in fundo, il Moscato di Trani Doc.

Nove le cantine che hanno tracciato le strade di questo viaggio che “parte dal bicchiere”.

Maniero di Federico Puglia rosso Igt  2010 –  Cantina Vignuolo di Andria (provincia di Bat). Dagli anni ’60 l'azienda si dedica ai vitigni autoctoni della Murgia. Azienda di 500 ettari sulle colline nell’area di Castel di Monte con  200 soci. Questo Nero di Troia alla vista è di un rosso granato con riflessi rubini. Morbido, buona estrazione. Gradazione alcolica di 12,5°. Persistente. Ha una veste speziata al palato e chiude con sensazioni di tabacco. Di grande beva.
Il “Casteldrione Puglia rosso igt” 2010 è prodotto dalla Cantina D’Alfonso del Sordo, di San Severo (provincia di Foggia). L’età media delle viti è 55 anni, poco produttive forse, ma autentiche e radicate nella terra. Al naso prevalgono note di incenso e di affumicato che ben si amalgamano al corredo aromatico fruttato tipico del vitigno. Strutturato, con tannini importanti. Gradazione alcolica 13,5° C.

Otre Nero di Troia Puglia Igt  2010 –  Teanum di San Paolo di Civitate ( provincia di Foggia). L'azienda produce fino ad 1 milione di bottiglie l’anno e conta 120 ettari. Un Nero di Troia in purezza. Di colore un rubino intenso. Fine al naso,  regala note floreali, ed equilibrato al palato. Concentrato e con una discreta acidità che lo rende piacevolmente fresco,  persistente lascia sensazioni dolci.

Le Cruste Puglia Rosso Igt 2009 della cantina Alberto Longo di Lucera (provincia di Foggia) prodotto da un vitigno unico anche per il nome che porta: “Cacc’e Mmitt” termine dialettale che si riferisce all’atto dei contadini, non proprietari di una cantina, di versare il vino appena prodotto dalle vasche del palmento (da qui “Cacce” cioè togliere), dove il successivo affittuario vi aggiungeva la propria uva (“Mmitte” cioè mettere, depositare) . Anche questo è un Nero di Troia in purezza, con 13,5° come gradazione alcol. Prevalgono le note di cioccolato al naso. Buoni tannini e buona acidità.

Lui Nero di Troia Igt 2009  – Cantina Albea (provincia di Bari). L'azienda produce circa 400 mila bottiglie l’anno grazie ai suoi 42 ettari vitati. Fa 10 mesi in barriques, e 3 mesi di affinamento in bottiglia. Agli occhi si presenta di colore rubino intenso con riflessi violacei. Si apre al naso con un ampio corredo aromatico. Ha una veste decisamente fruttata. Spiccano le note di frutti rossi, di mora e ribes, che ritroviamo al palato. Tannini morbidi, buona concentrazione, molto lungo, chiude al retronasale con note di liquirizia.

Vigna del Melograno Castel del Monte Doc 2009  – Azienda agricola Santa Lucia (a Corato in provincia di Bari) ha origini antiche, risalenti ‘600. Questo vino è prodotto interamente con uva di Troia. All’olfatto molto ricco, regala frutta rossa matura, ciliegia, iribes, lamponi e note di prugna, a cui si aggiungono note balsamiche e di noce moscata. Gradazione alcolica, 14°C. Tannini importanti, fitti, molto persistente.

Pietra dei Lupi Castel del Monte Doc 2006 –  cantina Carpentiere, anche questa di Corato, (provincia di Bari).  Il nome di questo vino trova posto nelle più antiche pratiche contadine: la costruzione di deterrenti per tenere lontani i lupi dagli allevamenti. Gli alti muri a secco, infatti, terminavano nella parte alta con i cosiddetti “jazzo” cioè delle pietre piatte ed appuntite posizionate parallele rispetto al terreno. Avrebbero impedito, così, lo scavalcamento dei muri da parte dei lupi. Lo spettro aromatico varia dalle note di frutta rossa matura al cuoio. Buona concentrazione. Si allunga al palato con note di mandorla.

Parazzelle Daunia Igt del 2007 – Azienda Agricola Paglione di Lucera (provincia di Foggia). Si differenzia dai precedenti vini per il suo uvaggio: Montepulciano 50%, discretamente popolare anche in Puglia, Negroamaro 25% e Nero di Troia 25%. Il “Parazzelle Daunia” ha una gradazione di 13° e ricorda un vino da appassimento, grazie al suo sapore che vira verso la confettura. Grande personalità. Strutturato e persistente.

Moscato di Trani Doc  2009 – Villa Schinosa (provincia Bat,) che conta 4mila 400 piante per ettaro. Per ottenere il Moscato, le uve Moscato Reale di Trani vengono lasciate appassire sulla pianta per circa un mese, quindi fino alla metà di ottobre, termine dopo il quale possono essere raccolte ed essere destinate alla vinificazione. Alla vista ammalia con tonalità giallo oro zecchino. Ampio e suadente il bouquet. Si va dai fiori di campo, spiccano soprattutto le note di camomilla, agli agrumi. Ha una buona acidità, risulta fresco e beverino. Carico il suo corredo aromatico al palato. Ha una lunga persistenza. Lascia il sapore degli agrumi. 

Lucrezia Balducci