Se da un lato si parla di una lieve ripresa del comparto del vino, il clima di fiducia generale non è all'insegna dell'ottimismo.
Sono aumentati i costi della filiera, portando ad una sostanziale erosione dei margini. Con una ricaduta sui prezzi di vendita, ma contenuta, il mercato, quello interno, soffre. E rispetto al tempo in cui si è registrato l'aumento dei costi all'origine, tale rincaro è avvenuto molto dopo, dalla seconda metà del 2011. In media, calcolata nell’anno, i prezzi di vendita al consumo sono variati di un più 10%. Ci si chiede se il trend si arresterà nei prossimi mesi. Intanto si è toccato il punto di minimo nei margini per trasformatori e agricoltori.
Il quadro lo dà Ismea, con dati aggiornati al 2012. I costi per il vino da imbottigliare e produrre sono aumentati del 35% rispetto all’anno precedente sia per la categoria Igt che per i Doc e Docg. In questo scenario c’è poi la variabile che ha influenzato queste tendenze, il calo dei volumi. Nell’ultimo anno si sono prodotti 10 milioni di ettolitri di vino in meno.
I prezzi alla produzione non sono cresciuti solo in Italia anche in altri Paesi e per tutte le tipologie di vino. L’aumento del listino dei prezzi all’origine è stato globale. Guardando ai Paesi cugini, Francia e Spagna, si nota che i vini iberici da ottobre a dicembre hanno raggiunto i 4,98 euro nel segmento dei bianchi, il 40% in più rispetto ai sei mesi precedenti, mentre i rossi con 5,03 euro registrano il +35%. In Francia, secondo i dati dell’ultimo trimestre del 2012, si è raggiunta una media di 5,62 euro nel segmento dei bianchi e di 5,06 in quello dei rossi. Tenendo però in considerazione tutto il 2012, la progressione per i bianchi è stata del 10%, per quanto riguarda i rossi si parla di un calo dell’1%. Per l'aumento dei prezzi non sembra prospettarsi un rallentamento secondo quanto previsto dalle statistiche relative all’inizio di questa nuova campagna 2012/2013.
Fonte: www.ismea.it – I numeri del vino