La Puglia del vino corre.
In tre anni il vino di qualità è passato dal 21 al 60 per cento e in questa percentuale ci sono rossi e bianchi certificati. C'è dell'altro. Perché tanti giovani stanno scommettendo sul vino. Un quarto delle oltre mille domande presentate alla Regione Puglia per riconvertire i vigneti arrivano da giovani imprenditori al di sotto dei trent'anni. I dati li snocciola l'assessore all'Agricoltura Dario Stefàno a margine dell'incontro su enoturismo e sviluppo all'università di Bari. L'assessore si riempie di orgoglio quando racconta che i 27 milioni di euro elargiti per riconvertire duemila ettari di vigneto grazie ai fondi comunitari sono tutti per piantare solo sui vitigni autoctoni, ovvero Negramaro, Primitivo e Fiano. E' la rivoluzione verde della Puglia che punta tutto sull'identità, sull'autoctonia, come dice lo stesso assessore. E il 43 per cento delle domade di riconversione arrivano dalla provincia di Taranto, territorio che vuole diventare un portabandiera dei vitigni a bacca rossa di questa zona d'Italia. Dice ancora Stefàno che grazie al vino e all'agricoltura “abbiamo ispirato un modello di sviluppo che adesso cammina con le sue gambe. Indicando la strada a tanti giovani. E oggi l'agricoltura è la chiave di volta del nostro futuro perché si intrecci anche con l'accoglienza, il turismo. Sarò alla Bit, la borsa del turismo di Milano come assessore all'agricoltura perché riteniamo che il binomio con questo comparto sia fondamentale”.
Il battagliero assessore pugliese è anche il capolista al Senato per Sel, il partito del governatore Vendola. E in base alla legge elettorale è scontato che venga eletto. Dopo Stefàno? Non si sa, perché anche Vendola potrebbe finire a Roma. Nell'incertezza politica intanto la Puglia del vino corre.
C.d.G.