Tutti parlano della nuova iniziativa di Vinix. Filippo Ronco ci racconta il nuovo sistema per comprare buone etichette on line
Sono passati pochissimi giorni dal debutto in rete.
E' ancora in piena fase di rodaggio Grassroots Market il sistema di e-commerce lanciato su Vinix da Filippo Ronco, ideatore del social network dedicato al vino tra i più popolati d’Italia. Appena nato e già ha messo in apprensione alcuni enotecari e ristoratori, e attirato l’attenzione della stampa. Perché di base il progetto di Ronco è semplicissimo, praticato oramai da molti soprattutto da chi compra il biologico, parliamo del gruppo di acquisto, ma segue uno schema “che ha scombinato le carte”, usando le parole dell’ideatore. Consente di comprare direttamente dal produttore, dalla cantina, senza che si faccia distinzione tra professionista o privato, il parametro di tale sistema non è chi compra ma quanto si compra.
Filippo Ronco
Ci ha lavorato super un anno intero. L'idea nasce tre anni fa a Genova al salone Terroirvino di Tigulliovino.it, da un tentativo di proporre una vendita dei vini degli espositori a prezzo sorgente in quella occasione e che, anche allora, sollevò il disappunto degli operatori della filiera. Il gruppo di acquisto di Vinix ripropone questa modalità in modo tecnologicamente più avanzato. La formula è semplice: più si è/più si compra/più si risparmia, ogni utente che entra a far parte di un gruppo di acquisto, quindi, risparmia e fa risparmiare gli altri in modo scalare. Raggiungendo la massa critica si può arrivare a toccare una percentuale di sconto del 51%. Il prezzo di base comunque parte scontato dell’11,3% (rispetto al valore medio in enoteca). L’obiettivo è poi anche di radicare geograficamente e in modo permanente il gruppo di acquisto, fargli assumere una identità ben precisa.
Ronco ci spiega meglio il meccanismo: “Si parte con un gruppo di una persona, questo cresce nel tempo e può avere una sua ampiezza geografica, chi forma il gruppo può stabilire il raggio, dai cinque ai cinquanta chilometri. Per esempio, da quando è in rete Grassroots Market conta una cinquantina di gruppi attivi e in questi pochi giorni si è fatta anche una spesa collettiva, da uno stesso gruppo, di ottocento euro. Si acquista da un’azienda per volta. Puoi scegliere di comprare da solo o in gruppo, il trattamento di sconto è lo stesso. Si lancia allora la cordata che ha un tempo limitato a scelta di sette, quattordici o ventuno giorni. Questa è facoltativa e chi è del gruppo può decidere se parteciparvi o meno. Chi lancia la cordata non deve poi per forza essere colui che ha fondato il gruppo di acquisto, ma si deve impegnare a pagare il prezzo del numero di bottiglie minimo da ordinare, che sono dodici. I pagamenti vengono effettuati automaticamente dal sistema allo scadere del tempo della cordata. Si può utilizzare Paypal e anche carta di credito”. Il vantaggio è lampante. Lo stesso Filippo porta la sua testimonianza da fruitore del Grassroots Market. “Diciamo che per testarlo avevo lanciato una cordata per comprare un vino piemontese, il prezzo delle dodici bottiglie era fissato a centodieci euro, con lo sconto di base partivo già con ottantaquattro euro, poi alla fine della cordata le ho comprate a sessanta euro”.
Capito il procedimento diamo qualche delucidazione sull’offerta. Il paniere di cantine è super selezionatissimo. Attualmente sono una trentina, ma man mano la rosa si allargherà, anticipa l'ideatore. Il criterio di scelta è rigoroso. Per Ronco, esperto degustatore che porta sulle spalle più di dieci anni di assaggi di vino e di rapporti con le cantine di tutta Italia, “devono essere quelle che garantiscono sempre e comunque altissima qualità”. Lui, insieme ai colleghi di Tigulliovino, era partito con il selezionarne 80 e di queste solo 30 sono entrate nel sistema. Il dictat è, come puntualizza: “che se l’utente compra a caso deve essere certo che la bottiglia comprata sia sempre perfetta”. Ma non c’è solo spazio per il vino, anche olio e birra sono co-protagonisti di questa nuova rete di mercato.
L’idea è senza dubbio vincente, soprattutto dal punto di vista della convenienza per chi compra dal basso, considerando anche la portata dell’utenza di Vinix (per potere usufruire di questo sistema è necessario essere registrati al social network). Diffonde un nuovo momento di acquisto che Ronco, tiene a precisare, non va a cannibalizzare la filiera tradizionale. “Non vogliamo fare concorrenza a enotecari e ristoratori. Chi compra attraverso Grassroots Market è poi lo stesso che va a bere un calice di vino in enoteca e chi ordina una bottiglia al tavolo. E poi abbiamo messo dentro le spese di spedizione con un prezzo che non si discosta di molto da quello dell’enoteca e in più obblighiamo all’acquisto minimo di dodici bottiglie”.
In tutto questo ci si chiede anche come le aziende abbiano accolto il nuovo market di Vinix. Sebbene allettante per l’ampliamento della fetta di consumatori che potenzialmente può garantire, “molte cantine – ci riferisce Ronco – temono la ritorsione della filiera”.
M.L.