Grillo in purezza.
Sergio fa di nome Giovanni ed oltre ad essere barone di suo, è avvocato a Messina. Ma sono in Val di Noto il suo cuore e la sua passione, nell'area della DOC Eloro.
All'inizio del '800 Mastro Giovanni Tasca, avo dei Sergio, da Mistretta per la transumanza del bestiame faceva portare le mandrie nelle zone calde fin nel siracusano. E lì gli piacque tanto questa fertile terra da comprarne ed ottenerne in enfiteusi un'enorme appezzamento. Nel tempo il possedimento venne suddiviso tra i vari eredi e 130 ettari arrivano al bisnonno Luigi Sergio. Siamo nelle contrade Le Mandrie e Gaudioso nel comune di Noto, quindi nelle zone particolarmente vocate al Nero d'Avola.
I vigneti di Giovanni Sergio si estendono in un unico corpo per 30 ha di cui quasi 6 di Moscato bianco, da cui si ricava il Moscato di Noto DOC, 2,5 ha di Grillo, 3 di Petit Verdot, 2 di Cabernet Sauvignon e tutto il resto è Nero d'Avola. Vigneti per la maggior parte realizzati nel 1991 e uve vendute ad una nota ed importate azienda vinicola. Successivamente nel 2003 in contrada Baroni è stato ristrutturato il vecchio baglio e realizzata la cantina per cui dal 2004 il barone vinifica e imbottiglia in proprio. Oggi produce circa 150.000 bottiglie destinate per l'80% al mercato estero, Europa in particolare con una presenza anche in Australia.
Del Grillo ne abbiamo abbondantemente parlato in questa rubrica, ma se per caso vi fosse sfuggito potete leggerne qui.
Degustiamo l'unico bianco della casa che è l'Alégre 2011, Grillo coltivato a 70 metri a spalliera e cordone speronato. Tutta l'azienda segue il regime di agricoltura integrata che costituisce il gradino precedente al biologico, a cui però non intende arrivare in quanto troppo burocratizzato. Pertanto solo trattamenti naturali a base di zolfo e rame.
Il Grillo è vendemmiato subito dopo ferragosto, raccolto a mano, diraspato, pressato sofficemente, separato dalle materie solide e fermentato a temperatura controllata con lieviti selezionati. Affina da 2 a 3 mesi in acciaio e per altri 2 in bottiglia, previo filtraggio.
Nel calice il colore è giallo paglierino tenue e brillante. Avvicinando il naso al bicchiere arrivano immediatamente note minerali e fruttate. Breve ossigenazione ed esprime subito un piacevole bouquet dove frutta, fiori e sali si integrano perfettamente in un piacevole equilibrio. Si sentono gli agrumi, la mela, il mango, la papaya, il glicine, la viola, la lavanda ed un fogliolina di salvia. Al palato è sapido al punto giusto, di bella armonia, con una acidità che non copre le sensazioni tattili; solo al retrogusto tornano la frutta e i fiori. Un Grillo particolare, diverso, che prende dal clima caldo arido e dal terreno calcareo i sentori minerali che si fondono con quelli tipici del vitigno.
30.000 bottiglie nell'HoReCa che trovate allo scaffale a 8 euro.
Da abbinare con gli spaghetti alle vongole, con un tortino di sarde e carciofi, con un formaggio ragusano anche invecchiato.
Az: Barone Sergio |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |