Dario Stefàno
Il nome fino ad ora lo abbiamo sempre ricollegato al territorio campano, ma il Fiano potrebbe diventare anche ambasciatore di Puglia con una nuova denominazione di origine: “Fiano delle Puglie”.
Lunedì 21 a Bari, alle 11, presso la sede dell'assessorato all'Agricoltura, si costituirà il comitato promotore che, alla presenza del notaio e dell'Assessore Regionale all'Agricoltura Dario Stefàno, firmerà la domanda di riconoscimento che poi verrà inviata al Ministero delle Politiche Agricole. Fra i promotori della costituzione del comitato figura anche il Movimento Turismo del Vino Puglia.
“Si arricchisce il paniere delle Doc, ma con una filosofia innovativa – dichiara Stefàno -. Perché noi, come Regione Puglia, abbiamo abbracciato l'idea ambiziosa e anche impegnativa di ridefinire la mappatura delle Doc, andando verso una semplificazione. La nascita di questa nuova Doc potrebbe sembrare contraddittoria ma non lo è, perché l'obiettivo è quello di ridisegnare le denominazioni sui vitigni autoctoni”. Vini che parleranno sempre più la loro lingua di origine quelli con cui la Puglia affronterà i mercati, e forse il disegno che ha prospettato l'assessore è anche una risposta alle richieste che vengono da questi. “Lo abbiamo visto – conferma – che i vitgni autoctoni ci consentono di interpretare al meglio l'esigenza di essere autentici ed esclusivi, meno imitabili, consentono di raccontare al meglio i territori di produzione”.
La Doc Fiano delle Puglie rappresenta uno step importante, perché non solo darebbe nuova linfa al comparto, alimentando ancora di più la corsa virtuosa con cui sta conquistando i mercati, ma andrebbe a ricalibrare nell'immaginario dei consumatori di tutto il mondo il fascino di questo vitigno, considerato uno dei principi della Campania. Ma per la denominazione, come vuole l'iter, si attende il benestare da Roma. “Abbiamo finalmente sconfitto un tabù antico – conclude Stefàno – che il Fiano fosse un vitigno campano. Abbiamo appurato che la storia dice che il Fiano è chiaramente pugliese, ecco perché questa denominazione ha doppio valore, ci riconsegna finalmente questo vitigno autoctono”. Sembra che in Puglia il vitigno sia stato introdotto dagli Angioini nel XII secolo. Fra i protagonisti di questo importante percorso c'è il Movimento Turismo del Vino Puglia, promotore della costituzione del Comitato
C.d.G.