Antonio Capaldo
Sul Vinitaly soffia un vento leggero, un vento in cerca di novità. Antonio Capaldo, presidente di Feudi di San Gregorio, ha deciso che parteciperà al prossimo Vinitaly nello stand regionale della Campania.
“Questa manifestazione – dice con convinzione – rimane una importantissima occasione di promozione. E’ una fiera che negli ultimi anni ha vissuto un notevole incremento di presenza da parte degli espositori esteri. Lo scorso anno il cambiamento della formula è stato un fattore molto positivo perché ha permesso di rivolgersi ulteriormente agli operatori del settore e a quelli stranieri”.
Antonio Capaldo riconosce alcune criticità legate al Vintaly e propone alcune soluzioni: “Le problematiche legate al Vinitaly si devono risolvere dall’interno. Pensare di andare via, pensare di non farlo più è sbagliato anche se si tratta di un evento certamente perfettibile. Secondo il mio parere bisognerebbe dedicare la manifestazione sempre di più al settore professionale e un po’ meno al privato. Feudi di San Gregorio partecipa ogni anno sia alla Fiera del vino di Bordeaux sia alla Pro Wein di Dusseldorf e posso dire che non hanno nulla in più rispetto al Vinitaly. C’è soltanto una questione che deve essere risolta a Verona: i grandi buyer e i giornalisti più importanti vanno più facilmente in Francia e in Germania più di quanto accade per il Vinitaly perché qui, a causa della troppa affluenza del pubblico, non ricevono la giusta attenzione. La grande partecipazione da parte del pubblico, poi, rende difficile agli operatori del settore la fruizione degli stand”.
Per il resto sostiene Capaldo la vetrina del vino più importante in Italia è un appuntamento irrinunciabile che non ha nulla da invidiare alle altre fiere internazionali sul vino: “la qualità degli spazi è ottima – conclude Capaldo – come la qualità del vino. Ecco uno scenario possibile per il futuro: internazionalizzare il Vinitaly per arricchire ulteriormente questa grande vetrina dedicata al vino”. L’azienda di Sorbo Serpico, in provincia di Avellino, produce tre milioni di bottiglie all’anno.
Rosa Russo