VERDE A TAVOLA
Il fiore campeggia ormai in qualsiasi periodo dell’anno sui banconi dei mercati grazie alle colture in serra. Usato nelle omelette, ma anche fritto e con la pasta
Zucca pigliatutto…
Della zucca, come il maiale, non si butta via niente. La polpa è impiegata per zuppe, ripieni, minestre, purè. I semi freschi sono usati in erboristeria come vermifughi, secchi sono invece il nostro passatempo della “semenza”. Le foglie morbide sono impiegate in cucina.
La scorza, infine, si può prestare per le classiche decorazioni di Halloween. E il fiore?
Il fiore è un po’ la quintessenza della zucca, giunta a noi nel Cinquecento dopo la scoperta dell’America. Il fiore riassume tutta la bontà di quest’ortaggio (Cucurbita pepo) appartenente alla famiglia delle cucurbitacee, la stessa di anguria e meloni. Il fiore, arancio, imbutiforme, campeggia ormai in qualsiasi periodo dell’anno sui banconi dei mercati grazie alle colture in serra. Ciò ha permesso un certo calmieramento dei prezzi che comunque non vanno mai al di sotto dei 5-7 euro al chilo.
Il fiore di zucca si può mangiare in mille modi. Scottato in acqua bollente e saltato in padella con pochissimo burro è l’ingrediente principe di una gustosa omelette. È inoltre indicatissimo, insieme ad altri ingredienti come i gamberetti, per risotti e pastasciutte. A Palermo si mangia anche fritto, dopo una leggera doratura della pastella di farina, uova e acqua. Altra variante catanese consiste nel passare i fiori ancora crudi nella farina, quindi nelle uova sbattute con un po’ di sale, infine nel pangrattato. Il finale dell’operazione è un tuffo del fiore nell’olio bollente.
Mario Pintagro