Ok, va bene tutto.
La levataccia in orari assurdi. Quasi tre ore di cammino su sentieri ripidi e scoscesi. La fatica. Il sudore. La sensazione di non sentire più le gambe. E quella di non riuscire più a respirare. Non ci siamo abituati. L’aria è troppo pulita. Ma lo spettacolo del paesaggio che ha regalato Piano Principessa, nel cuore delle Madonie ed il gusto unico delle granite (c’è chi dice che bisognerebbe chiamarli sorbetti), hanno ripagato dell’elenco di cose “negative” che abbiamo scritto prima. La festa delle Neve quest’anno è stato un successone.
Duecento partecipanti. Chiamateli pure coraggiosi, ma invidiateli un po’. Perché dopo la fatica della “passeggiata” hanno potuto gustare la granita preparata dalle mani esperte e sapienti di un maestro gelatiere, Antonio Cappadonia. Limoni di Cerda, Gelsi neri di Monreale e la sorpresa del gusto pesca di Napoli. Preparati come l’antica tradizione del 1500. Una fossa nelle neviere. Un pugno di sale per elevare il punto di congelamento della neve stessa. Il contenitore che scivola dentro questo pozzetto e le mani abbili e veloci che girano, girano e girano questo composto che da liquido, come per magia, diventa solido. Si formano i cristalli di zucchero.
Nella fossa della neviera
“Per me non esiste tecnologia in grado di produrre la granita in questo modo”, dice Antonio.
Antonio Cappadonia
La giornata è stata organizzata dal Cai, club alpino italiano, di Polizzi. Un modo per recuperare e far rivivere questa antica tradizione. Che sta diventando ormai un appuntamento fisso ogni terza domenica di luglio. Lo scorso anno è “saltata” perché non c’era neve. Appassionati, curiosi, ma anche gente che aveva voglia di trascorrere una giornata diversa. Il percorso è iniziato presto da Piano Battaglia. Poi, quasi tre ore di cammino. Fino a raggiungere le neviere. Qui ad attendere il gruppo c’era il maestro Cappadonia che aveva già preparato i “ferri del mestiere”. Davanti ai visitatori ha calato il contenitore di metallo nel pozzetto di neve. Ha aggiunto acqua, zucchero ed il succo di limone (per le altre granite ha aggiunto la polpa di pesca o la polpa di gelsi) ed ha iniziato a compiere la sua “magia”.
“Si rivivono le antiche tradizioni – dice Cappadonia –. Abbiamo certezza che nel 1500 si preparano i sorbetti in questa maniera. Ma alcuni studi rivelano che il gelato era conosciuto dalle popolazioni molto prima della nascita di Cristo”. Per chi se la fosse persa dovrà pazientare un altro anno. La terza settimana di luglio 2013, sempre a Polizzi. Neve permettendo.
Foto di: V. Anselmo
Giorgio Vaiana