Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 40 del 20/12/2007

LA CONFERENZA Agricoltura, raccolta la sfida di Lisbona

20 Dicembre 2007
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    LA CONFERENZA

A Palermo incontro fra le regioni europee. Al centro del dibattito i piani di sviluppo rurale. Ecco cosa prevede quello siciliano
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Agricoltura,
raccolta la sfida
di Lisbona

Fondi per i giovani che vogliono avviare un’attività agricola. Lo prevede il piano di sviluppo rurale che sarà approvato dalla Regione. Il programma prevede l’arrivo nell’Isola di due miliardi e duecento milioni di euro, fondi che potranno essere spesi per il potenziamento delle aree agricole.

Il finanziamento è coperto per il 57% dall’Unione europea e per il 43% da Stato Regione. Del progetto si è discusso, nella conferenza organizzata da Euromed Carrefour Sicilia, nell’ambito del progetto “Come la Pac raccoglie le sfide della strategia di Lisbona”, dal titolo “La politica di sviluppo rurale nella Pac: strategie sempre più integrate a garanzia dello sviluppo complessivo delle aree rurali” realizzata col finanziamento della Commissione europea, Dg Agricoltura e sviluppo rurale.
Il piano prevede che i siciliani entro i 40 anni di età, che vogliano cimentarsi nell’attività agricola, siano sostenuti con un premio da 40 mila euro e un contributo del 50% dell’investimento iniziale che deve essere compreso fra gli 80 mila e i 500 mila euro. Un contributo che può arrivare al 60% se l’attività verrà sviluppata in aree considerate svantaggiate (tra queste le Madonie e i Nebrodi).
cartabellotta.jpgSempre per consentire un maggiore sfruttamento delle zone rurali, il piano prevede contributi agli imprenditori agricoli che si impegneranno nella tutela di razze animali a rischio di estinzione. In particolare, si tratta del cavallo orientale di Sicilia (700 euro ad esemplare) e dell’asino dantesco (400 euro per ogni esemplare). Per la tutela dell’ambiente nasce anche la figura dell’allevatore-custode, per il quale è previsto un contributo per la tutela delle piante siciliane che rischiano di scomparire. I finanziamenti previsti dal nuovo Piano di sviluppo rurale copriranno il periodo fra il 2007 e il 2013. “Oltre a rilanciare le prospettive di mercato e a incentivare la tutela dell’ambiente – dice Dario Cartabellotta, direttore generale dell’assessorato regionale all’Agricoltura – vogliamo anche puntare alla riscoperta del nostro territorio. Nelle zone rurali dell’Isola servono più servizi e infrastrutture. Col Psr si vuole dare una offerta per i siciliani, affinché diventino dei consumatori dello spazio rurale”.
Per quel che riguarda il precedente periodo (2000-2006), invece, è stata denunciata la incapacità di troppe aziende siciliane che non si sono dimostrate in grado di sfruttare le somme a disposizione. “In questo modo – ha spiegato Gaetano Cimò, dirigente del dipartimento Interventi strutturali dell’assessorato regionale all’Agricoltura – circa il 20% delle aziende che aveva presentato dei progetti è dovuto tornare sui propri passi, bloccando qualcosa come 150 milioni di euro pronti per i contributi. Uno scenario legato anche alle sempre crescenti difficoltà di liquidità”.
Alla conferenza hanno partecipato anche i rappresentanti di sei Paesi europei: Spagna, Portogallo, Lettonia, Slovacchia, Romania, Bulgaria. Quel che è emerso? In Europa c’è ancora molta la strada da percorrere per creare una politica di sviluppo rurale unitaria. I problemi principali sembrano essere la mancanza di cooperazione fra le associazioni e la poca propensione a “fare sistema”, oltre alla fuga dalle campagne. Ancora tanti gli interventi da realizzare soprattutto negli stati dell’est europeo.

C.D.G.