Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'evento

Serate Chic. Report di un preludio chopiniano

13 Luglio 2012
Appetizers Appetizers

Il logo è bene impresso sul taschino sinistro della loro giacchetta e lo mostrano con sacrosanta e giustificata fierezza.

E’ scritto con caratteri maiuscoli, si legge “scic” e la polivalenza del suo significato amplifica l’appeal di questa associazione. CHIC è un acronimo e sta per “ Charming Italian Chef”, una giovane e dinamica associazione che si anima attorno ad un comune proposito che va considerato  più culturale che estetico. L’attrazione fatale che suscita questo manipolo di giovani imprenditori, più che chef,  è anche legata alla simpatia delle “figure” che vi aderiscono. Hanno tutti una faccia, anzi una maschera, fiera e anche un po’ faunesca, su cui s’incide e  risplende  un sorriso malizioso da Dio vincitore. Il loro direttore Raffaele Geminiani, non si spoglia però dalla sua composta veste istituzionale e descrive l’associazione dei suoi ragazzi come “la rappresentazione  di  una cucina che diventa espressione di un momento di aggregazione, scambio reciproco, messaggio educativo. E soprattutto uno strumento che può far crescere e apprezzare le qualità di un paese agli occhi di tutto il mondo”.


Marco Scacco alla serata

Come se non bastasse, a proposito di “charming” e “sciccheria”, l’associazione, per la tappa di luglio in Sicilia, ha deciso di confermare la location dello scorso anno convocando circa duecento invitati per una serata al  Grand Hotel Atlantis Bay di Taormina. Che si fregiava di un titolo “Le affinità elettive”. Andare ad indagare se questo requisito si riferisse alle assonanze gastronomiche o alle affinità tra territorio e gastronomia  è stato ritenuto del tutto inutile. Perché le parole per descrivere l’incanto della baia, su cui si affacciava la terrazza, non bastano e soprattutto non servono. Non ci sono riusciti né Goethe né Maupassant quando si sono limitati ad affermare che questo lembo di terra “è soltanto un paesaggio, in cui si trova tutto ciò che sembra creato sulla terra per sedurre gli occhi, la mente e l’immaginazione. E questa doppia immensa fuga di seni, di promontori, di boschi, di paesi, di giardini e scorci di mare, ride sopra la bellezza di un cielo di cui non può dare idea l’umana  parola”.

Un cielo coreograficamente protagonista della serata, con i suoi ologrammi e punteggiato di stelle dove una luna cadente, grave e malinconica irradiava i suoi influssi oggettivi dal segno dell’Ariete. Perché, dicono gli astrologi, “la presenza del luminare in un segno dominato da Marte e Plutone, “virilizza” la sensibilità e la modalità di risposta istintiva alle emozioni suscitate dagli eventi”. Gli chef sembravano investiti da questo “Karma”, termine sanscrito la cui accezione sta nel “creare qualcosa agendo”. Che fossero in ottima forma, per merito degli influssi positivi della Luna, si è notato sin dagli appetizer. Un preludio chopiniano con sette variazioni sul tema della cucina regionale.


Pomodoro semidry con caprino di Girgentana, gambero bianco maritato in olio al limone e cialda al nero di seppia

Si è spaziato dalla zuppa di pomodoro di Pachino di Craparo, stupefacente, al gambero rosso di Mazara del padrone di casa  Giuseppe Ponticello (Atlantis Bay). E via col concerto e l’overture affidata al presidente dell’associazione: Marco Scacco, del  “Piccolo Lago” di Verbania. Le sue “battute di tonno siciliano e fassona piemontese,” tutt’altro che spiritose, hanno posto in pacifica competizione due stili regionali, siciliano e piemontese, per metter in atto una sintesi di cosa rappresenti l’associazione: “fornire l’esempio di come  un modello unitario, codificato in regole precise attraverso la  “rete” di saperi e di pratiche come reciproca conoscenza di prodotti e di ricette provenienti da città e regioni diverse possa sancire  che questo stile culinario “italiano” che ha caratterizzato la serata  non è solo la somma di diverse culture regionali ma espressione di una cucina italiana che esiste già dal medioevo”.


Accursio Craparo

A seguire gli altri cinque movimenti: l’adagio firmato da  Vincenzo Candiano, “Locanda di Don Serafino di Ragusa” con “Sgombro e allitterato lievemente affumicati, tartare di ricciole, Bellini di Pesca Tabacchiera e lamine di riso alle spezie”; il “presto con fuoco” da Pietro D'Agostino, “La Capinera”  di Taormina con “Le geometrie salate: gamberi arance e mandorle; l’andante con  Accursio Craparo.


Le geometrie salate

“La Gazza Ladra” di Modica: “Pioggia di cenere: conchiglie, di pasta, ripiene con cozze e pomodoro, con salsa di tenerumi e zucchine”; l’allegretto con Riccardo Agostini, de “Il Piastrino” di Pennabilli (Rimini): “Dentice in olio cottura, cremoso di ragusano, capperi e pomodoro”; l’allegro del finale con Andrea Ribaltone, “La Fermata” di Alessandria, “Composta di frutta e verdura con gelato alla yogurt e sorbetto al basilico”.  

Stefano Gurrera