Diego Cusumano con Antonino Lentini
In Giappone la ricotta fa strada al vino. Un affaccio strepitoso.
A guardarlo sulla mappa il Giappone, dai mille colori e paesaggi, è lontanissimo. Eppure il Giappone ha molto in comune con la Sicilia: entrambe isole in mezzo al mare, in mezzo all’oceano entrambe vulcaniche. I giapponesi, poi, sono anche un popolo di buongustai, curiosi delle nostre tradizioni, che sulla tavola scelgono e apprezzano i prodotti gastronomici italiani qualificati e certificati. Dicono che dell’Italia conoscono soltanto due regioni, la Toscana e la Sicilia e che l’italian sound oggi domini incontrastato nelle loro cucine.
Sarebbe molto utile e interessante un censimento dei ristoranti italiani nel mondo, quasi a voler tracciare una ideale geografia emozionale, ma da Tokyo a Hong Kong passando da Singapore un dato è certo: trionfano i nostri sapori. Sembra che siano 75 mila i ristoranti che dichiarano di cucinare italiano, 1500 quelli di Tokyo. Tra questi molti sono siciliani.
E allora ecco che la ricotta di Canicattì sbarca anche qui. La ricotta, si sa, è la vera protagonista della pasticceria siciliana: prodotto di grande qualità e bontà, estremamente versatile. Diego Cusumano, ritornato proprio da qualche giorno da Tokyo garantisce “di non aver mai gustato una ricotta più buona”. E’ infatti lui a segnalarcela. “Una ricotta incredibile”, così l’ha definita. E l’ha gustata nel ristorante da Nino nel cuore della città, gestito da Antonio Lentini, chef trapanese che ha deciso di esportare la cucina siciliana per farla conoscere ai giapponesi. Oggi i suoi piatti sono tra i più amati di Tokyo, opera di conquista dei palati che nel 2007 gli è valso anche il titolo di Ambasciatore della cucina siciliana tradizionale nel mondo conferito dall’allora sindaco di Marsala.
“Questa ricotta l’ha lavorata per farne una sopraffina farcitura di un cannolo con tanti frammenti di cioccolato”, ci racconta Cusumano. “E’ una cucina autentica, la sua, dove si preparano piatti gustosi senza orpelli realizzati con prodotti genuini, in un ambiente accogliente e familiare”.
Metafora di grande complessità, la Sicilia nel piatto e nel calice proposta nella carta di Lentini. Espressione vivente della capacità di incontro tra le grandi culture euro mediterranee. Ricchezza che oramai ha conquistato il Sol Levante. Quale sia l’approccio del mondo nipponico al vino siciliano, con l’occasione, lo abbiamo chiesto a Cusumano. “C’è una grande considerazione per il nostro vino. Il giapponese ha una cultura della qualità spiccatissima, per cui sa valorizzare tantissimo i vini. Ha poi un atteggiamento molto leale nei confronti del nostro brand. La qualità e la lealtà verso la marca rappresenta un vero punto di forza, che dura nel tempo”.
La sua cantina da dieci anni è presente nel mercato. “Abbiamo un importatore molto bravo con cui possiamo attuare importanti strategie di comunicazione volte a valorizzare l’azienda e i singoli vini attraverso un strategia di marketing che sa rinnovarsi continuamente. Il vino è una continua conquista, è un progetto fatto di viaggi continui e investimenti tra territorio, tradizione e modernità”. Ritornando alla ricotta “strepitosa” assaggiata a Tokyo gli chiediamo con quale vino l’abbinerebbe. “Con il nostro passito, naturalmente”, risponde.
Rosa Russo
Da Nino
Minato-ku, Minami
Aoyama 1-15-19
Tokyo – Giappone
Tel/Fax: 03-3401-9466