Giancarlo Voglino, managing director Iem
Esce il primo film sul vino italiano destinato al Canada.
A produrlo è l’Istituto Grandi Marchi Italiani, il gruppo che riunisce i brand del salotto buono dell’enologia nazionale. Per citarne alcuni da Antinori, a Ca’ del Bosco, da Mastroberardino a Rivera, a Gaja. Partner del progetto sono Lcbo, impresa governativa canadese che gestisce un network di negozi autorizzati alla vendita di alcol, e International Exhibition Management, agenzia specializzata nella promozione del vino italiano all’estero.
Verrà presentato l’8 maggio a Roma presso la sede dell’Associazione stampa estera, alle 11. Relatori saranno Giancarlo Voglino managing director di Iem, Piero Antinori, in qualità di presidente dell’Istituto del Vino Italiano di Qualità – Grandi Marchi, Michael Fagan, giornalista e responsabile attività educazionali per la Lcbo.
Il progetto nasce dalla constatazione di un dato che si sta registrando negli ultimi anni in Canada, quarto bacino di riferimento per l’export italiano: crescono le importazioni tanto che la quota di mercato detenuta dall’Italia è arrivata al 20%.
Percentuale significativa se si pensa che la piazza è regolamentata dai monopoli di stato. “Nonostante le restrizioni sono aumentate le richieste delle etichette italiane. E’ cresciuto un mercato della qualità ma diciamo che il nostro vino si è andato a posizionare un po’ in tutte le fasce di prezzo – spiega Giancarlo Voglino -. Questa è la forza dell’Italia che le ha consentito di essere più presente anche rispetto alla Francia”.
E la carta vincente di questo spiraglio nel Nord America sarebbe dovuto proprio alla differenziazione che caratterizza l’offerta enologica Made in Italy. “I vini italiani sono così variegati, rispecchiano così tanti territori che riescono a soddisfare diverse richieste e a qualsiasi livello. Per questo negli ultimi tempi hanno conquistato il favore dei ristoratori e dei consumatori. Poiché superano l’appiattimento che si ha su quelle 4, 5 varietà internazionali proposte dai nuovi Paesi produttori. Consentono di esplorare sapori, aromi, territori moltiplicando le possibilità di abbinamento”, precisa Voglino. Il Québec e l’Ontario sono le regioni in cui si è rilevato il più consistente consumo di bottiglie italiane. Alla luce dell’appeal dei brand del Bel Paese e del trend di consumo, proprio i monopoli di stato avrebbero incrementato l’inserimento dei vini italiani nei canali di vendita.
L’anteprima del film offrirà anche un momento di analisi delle strategie di marketing da impiegare per guadagnare posizioni nel mercato estero, in particolare in quello canadese. “C’è la necessità che le aziende si associno per individuare le migliori strategie che devono partire proprio da uno studio delle dinamiche e delle variabili del mercato di riferimento verso cui si vuole esportare – anticipa Voglino -. Per farlo, al loro interno, le cantine devono aumentare le conoscenze e le competenze di marketing, affidarsi a specialisti, con l’obiettivo di occupare stabilmente il mercato e non approdarvi, come molte hanno fatto fino ad ora, con una tentata vendita. Per fare questo bisogna non solo studiarlo ma anche frequentarlo”.
C.d.G.