Da sinistra Alberto Cusumano, Alberto Buratto, Josè Rallo,
Giovanni Greco e Salvatore Li Petri
Il sentimento dei produttori presenti a Sicilia en Primeur a poche ore dall’inizio dell’evento è positivo anche se c’è qualche critica.
Parlano alcuni dei volti delle cantine siciliane che esprimono all’unanimità apprezzamenti sulla preparazione dei giornalisti presenti, sul ruolo di Assovini Sicilia nel promuovere una Sicilia forte e compatta.
“Abbiamo avuto la fortuna di trovare un clima e un quadro della Sicilia che impressiona, un quadro che lascia un ricordo indelebile”, esordisce così l’Ad di Baglio di Pianetto Alberto Buratto. “Ho apprezzato la qualità del giornalismo italiano e internazionale, sono ancora più pronti a scoprire il territorio, cosa c’è dietro una bottiglia, chiedono della campagna, fanno domande precise sulle vigne e se prima si limitavano a chiedere sul sesto d’impianto ora chiedono sulla coltivazione, sul clone, sul clima”. Piena soddisfazione su Assovini Sicilia. “E’ il fautore principale del futuro del vino siciliano”.
Josè Rallo di Donnafugata entusiasta della curiosità dimostrata dalla stampa e della preparazione. “Sono attentissimi, interessati, i giornalisti vengono qui senza ideologie o preconcetti Aperti a captare ogni particolare delle aziende, storia, territorio, uomini. Giudicano i vini con una mente libera, vogliono farsi un’idea della diversità. Stanno praticando l’ascolto, e questo è sintomo di professionalità. E chi pratica l’ascolto. Chiedono sulle techiche ma poi non giudicano in base a questa ma a cosa racocnta il bicchiere nel vino. Noto una mancanza di pregiudizi”. E fa un piccolo bilancio delle edizioni di Siciia en Primeur. “Leggere sul comunicato che la manifestazione ha compiuto quindici anni mi da fiducia. Quindici anni di strada percorsa insieme. Questo è fondamentale perché ci presentiamo al mondo in modo compatto. Questi quindi anni sono una mini storia”.
Le critiche di alcuni produttori si concentrano sulla necessità di una rivisitazione della formula dell’evento. Le esprime Alberto Cusumano “C’è una disorganizzazione nel calendario delle attività previste. Ci sono accavallamenti. Questo porta i giornalisti poi a non potere concentrarsi sulla degustazione con ogni singola azienda. Si dovrebbe rivedere innanzitutto questo. E il momento della degustazione con i banchetti risulta quindi superflua. Basterebbero i tour presso le aziende con le degustazioni in cantina perché il giornalista ha così tutto a portata di mano e può vivere il territorio, e lasciare come momento clou dell’evento la degustazione en primeur”. Il giudizio positivo lo dirige all’impegno dimostrato da Assovini. “E’ diventata necassaria l’associazione. Siamo così più organizzati e informati, non siamo soli e in questo modo possiamo tutit lavorare meglio”.
Anche Giovanni Greco Presidente di Viticultori Associati è concorde su un cambio di formula. “Sicilia en Primeur dovrebbe proporre attività piu mirate attracerso un’organizzaizone piu snella. E poi scegliere come palcoscenico anche l’estero, magari una nazione extraeuropea. Perché il mondo del vino siciliano oramai è diretto ai mercati d’oltre confine. Rimane una manifestazione importante e necessaria”.
Salvatore Li Petri Direttore Generale di Settesoli. “La stampa con cui fino ad ora ci siamo confrontati sia qui sia in cantina l’ho trovata molto più attenta al tema del territorio. Ha destato molta curiosità la nostra linea dei territoriali, dedicata alle contrade. E vogliono sapere tutto del territorio, tutte le peculiarità in termini di persone, storia, tutto quello che poi si esprime nella bottiglia”. Ma senza Assovini Sicilia per Li Petri non si sarebbe potuto comunicare una Sicilia che fa sistema. “Ci presentiamo come una aquadra che parla la stessa lingua. E’ questa la cosa più importante di questo evento. Perché i giornalisti possono constatare, e questo ci riempie di orgoglio, una collaborazione sincera, attiva tra noi aziende. Diamo un messaggio di forza nella diversità”.