Parla Dario Cartabellotta, dirigente dell’assessorato regionale Agricoltura: “Per garantire competitività alle nostre aziende si punti sull’internazionalizzazione”
La crisi, le prospettive, le strategie per la produzione vitivinicola siciliana. Parla Dario Cartabellotta, dirigente dell’assessorato regionale all’Agricoltura.
Sostiene che oltre alla sfida del vino l’Isola deve puntare sull’olio, altro prodotto di grande qualità che ci permette di concorrere alla pari a livello internazionale.
Come si presenta la Sicilia del vino nell’anno della crisi?
Che lo si voglia o no, la crisi esiste. Possiamo subirla, pensando di esorcizzarla e di superarla addossando le colpe su qualcuno. Ma così facendo, non si produce alcun cambiamento; non si può ignorarla, dopo averla provocata, continuando a comportarsi come se nulla fosse.
Per la prima volta dopo tanti anni la Sicilia registra una flessione nella presenza delle aziende a Verona. E’ un sintomo della crisi?
A dire il vero, le aziende vere che mancano si contano nelle dita di una mano. Se consideriamo le collettive provinciali e territoriali si ha una flessione di circa 20 aziende, per lo più di piccole dimensioni, le quali correttamente non individuano nell’internazionalizzazione lo spazio giusto della propria attività e puntano su strategie di carattere territoriale.
Per il secondo anno consecutivo la Sicilia porta il concetto di territorio in maniera forte. È un concetto che le aziende hanno ben compreso? E i consumatori?
Negli ultimi 20 anni la Sicilia è diventata un marchio di alto prestigio dell’enologia internazionale che evoca territori di straordinaria vocazione vitivinicola, di lunga storicità e una forte relazione tra produzioni enologiche, cultura, tradizioni e paesaggio. Bisognerebbe aumentare la visibilità e comunicazione dei brand aziendali e facilitare le opportunità di aggregazione delle imprese, soprattutto quelle di minori dimensioni e con maggiori difficoltà di evidenziare le proprie identità.
Che previsioni per quest’anno?
Il 2012 per la Sicilia sarà un anno importante e più impegnativo perché oltre alla “sfida” del vino affronterà quella dell’olio, altro prodotto eccellente dell’Isola. Perché l’obiettivo dell’Irvos non sarà solo quello di puntare al miglioramento qualitativo della produzione olivicola siciliana, ma sarà anche quello culturale legato ad una sana alimentazione. Vogliamo porre l’accento su i benefici salutistici dell’olio d’oliva: contro il colesterolo, l’infarto, il diabete, la sterilità, solo per fare un esempio. Quest’anno la formula del Taste&Buy si raddoppia per il vino e si estende all’olio”.
Quando e come?
La mattina del 26 marzo infatti a Verona, all’interno dell’International Meeting Point di Sol, si svolgerà il primo Taste&Buy dell’olio durante il quale un gruppo di dieci/quindici buyer potrà degustare gli olii in esposizione ed incontrare i produttori. Si tratterà in pratica di una degustazione/incontro in modalità walking around. Del resto la formula del Taste&Buy è già stata ampiamente messa alla prova lo scorso anno per il vino. Un successo che ne ha determinato il raddoppio quest’anno: le giornate dedicate infatti al Taste&Buy per il nettare di Bacco saranno tre. Dal 26 al 28 marzo. Trenta buyer internazionali che incontreranno i produttori delle cantine siciliane in modalità B2B. E poi sarà presentata la novità del Winecode®, ovvero il nuovo sistema di etichettatura. Un’applicazione per iPhone e iPad che ha già al suo interno quasi duecento cantine siciliane.
L’export sta salvando i bilanci di molte aziende importanti siciliane. C’è ancora da fare in questo senso?
Lo sviluppo delle attività d’internazionalizzazione delle imprese siciliane è una scelta indispensabile per garantire competitività negli anni futuri. Il vino è il prodotto agroalimentare maggiormente coinvolto nei flussi degli scambi commerciali internazionali: da circa un decennio è in atto una contrazione dei consumi nei Paesi tradizionalmente produttori (Italia, Francia e Spagna) e un aumento degli stessi in altri mercati, Usa, Nord Europa ed Asia. La Sicilia appare oggi tra le grandi regioni vitivinicole europee quella che ha sfruttato in maniera minore le opportunità sui mercati internazionali. E anche a livello nazionale, a fronte di una quota export che raggiunge il 30% nelle principali aree viticole nazionali, la Sicilia è al di sotto del 10%. E’ fondamentale che le azioni siano modulate in relazione alle diverse tipologie delle imprese vitivinicole siciliane, alla loro capacità di intercettare determinati canali distributivi. Tutte le azioni comprenderanno gli olii di Sicilia in un rapporto di valorizzazione reciproca e attraverso la promozione della Dieta Mediterranea quale Patrimonio immateriale dell’Umanita (Unesco 2010).
Un’ultima domanda. Per quanto tempo il direttore Dario Cartabellotta resterà all’Irvos? Chi sarà il nuovo direttore?
Irvos è dentro il Dipartimento dell’Assessorato Risorse Agricole che dirigo. Con la nota canzone, potrei dire“ e non ci lasceremo mai …”
Maria Antonietta Pioppo