C’è chi le chiama frittelle, in Francia sono state ribattezzate choux, e in Campania ci si gode le zeppole, ma comunque vengano chiamate è la sfincia la regina dei palati.
Dorata e morbida, il dolce povero tradizionale del piccolo comune alle porte di Palermo ritrova nuova luce e nuovo gusto quest’anno con iniziative, degustazioni e laboratori di cucina. In questa edizione, curata dall’associazione Atma, il dolce fritto e zuccherato verrà proposto infatti in vesti diverse a Montelepre, dove le hanno dedicato una giornata intera.
Aprirà i battenti la Torre Ventimiglia il 6 gennaio per scoprire le diverse interpretazioni della sfincia che ne fanno gli chef. E si parte con un antipasto dolce e salato ma anche morbido e croccante ideato da Giuseppe Costa de Il Bavaglino di Terrasini, sarà una sfincia leggera, cotta al forno con i prodotti del territorio; una sfincia a km zero, ingredienti siciliani, da Montelepre a Cinisi. Un ripieno di marmellata d’arance siciliane per donare morbidezza alla sfincia, accompagnata da dei sfilacci di cardi croccanti, circondata da una spuma di tuma e degli sfilacci di vacca cinisara, caldo e freddo che si incontrano.
Ad un primo si è dedicato Tony Lo Coco de I Pupi di Bagheria, una sfincia rinterpretata, che esca dai canoni tradizionali del dolce ma si dedica completamente al salato. Cotta senza strutto, in acqua, con un interno di ricotta aromatizza si accompagnerà alla zucca rossa e al prezzemolo. Mentre si torna agli antichi sapori con il maestro pasticcere Giovanni Cappello.
Sarà una sfincia versatile, che si adatta a tutti i gusti e a tutte le ricette quella che sarà presentata domenica, una sfincia che unisce i popoli del Mediterraneo ma in maniera anticonvenzionale , una “Sfincia leggera…Caldo-Freddo…Morbido-Croccante” , e poi “Gocciolati di sfinge con zucca rossa in agrodolce su consomme di gallinella affumicata e aria di prezzemolo” e dulcis in fundo “Dolci pensieri di Giovanni”, perché come dice il maestro pasticcere: “La sfincia nasce dolce e muore dolce”.
Aurora Pullara