Da sinistra Mario Bolognari, Nanda D’amore, Lillo Tomasello, Silvia Reali,
Adele Palazzo, Antonella Rizza, Rosa Bonaccorsi, Cettina Mazzamuto
Bar, ristoranti, grandi industrie casearie e dolciarie, piccole imprese agricole, di apicoltura, servizi, perfino i pescatori del porto di Catania.
Sono ben sessantacinque e sono distribuite tra Catania e la sua provincia pedemontana. Altre 21 sono invece tra Taormina, Letojanni, Giardini Naxos, Calatabiano. Puntano tutte all’eccellenza queste ottantasei aziende del distretto turistico-produttivo Taormina-Etna che partecipano al progetto Prometeo e che hanno scommesso sull’alta formazione per fare “rete” e rendere ancora più competitivo un territorio unico per le sue componenti naturalistiche, culturali, eno-gastronomiche e produttive, considerato “un anello intorno al vulcano dell’Etna”.
Cos’è il progetto Prometeo? Lo ha spiegato il professor Mario Bolognari, presidente del Distretto Taormina Etna nel corso della presentazione di questo progetto formativo: “Il nostro dipartimento, che gravita nell’ambito di un territorio in cui il turismo non dà ancora oggi risultati di massima efficienza – ha precisato – è un tentativo di cambiare la politica turistica in Sicilia. Per tutto il dopo guerra abbiamo pensato che turismo in Sicilia non ce ne fosse o ce ne fosse poco, e quindi le politiche sono state rivolte a determinati obbiettivi senza però adeguati strumenti. Oggi noi ad esempio disponiamo di oltre di tremila lavoratori già attivi in diversi settori. Rappresenterebbero una risorsa se fossero supportati da un efficace formazione sulle lingue, l’informatica, l’enologia o la gastronomia, temi in continua evoluzione. Noi possiamo avere gli alberghi più belli del mondo, le funivie, gli impianti sciistici – ha precisato Bolognari – ma se poi le persone non traducono in atti concreti l’astratto principio dell’accoglienza, noi di tutto il resto non ce ne facciamo niente”.
In breve gli obbiettivi primari e imminenti del Progetto Prometeo mirano a fornire alle imprese del territorio Etneo-taorminese elementi per diventare sempre più “world oriented”, capaci di affrontare le sfide poste dalla “globalizzazione”, con competenze per innovarsi, svincolarsi da segmenti di mercato poco competitivi, tendere a modelli di produzione ecocompatibili, elevare gli standard qualitativi e comunicare al mercato e ai consumatori l’identità e l’origine territoriale dei propri prodotti.
Si tratta di un comprensorio, questo di Taormina-Etna, che si caratterizza per la varietà, le eccellenze e le competenze dalle grandi ricchezze, il cui sviluppo duraturo e sostenibile richiede, però, un forte investimento nel capitale umano. All’interno di questo distretto confluiscono diversi organismi di natura pubblica e privata: Sviluppo Taormina Etna Spa, le Università degli Studi di Catania, Messina e Enna, le province regionali di Catania e di Messina, l’Ente Parco Fluviale dell’Alcantara, l’Ente Parco dell’Etna e l’Ente Parco dei Nebrodi, la Camera di Commercio di Catania e Messina, la Società Aeroportuale di Catania, la Ferrovia Circumetnea e 150 tra aziende, associazioni, banche ed operatori privati di vario genere.
Le attività formative, già programmate, saranno organizzate direttamente presso le aziende e prevedono momenti di formazione teorica in aula, integrata da formazione on the job e fad. In particolare, verranno realizzati sessanta percorsi formativi che variano dall’ambiente, sicurezza e innovazione organizzativa, allo sviluppo organizzativo, innovazione tecnologica e competenze tecnico-professionali, per un totale di 2700 ore di formazione.
Stefano Gurrera