Una degustazione senza precedenti accende i riflettori sull’eccellenza toscana: 16 produttori del Chianti Classico celebrano la storica annata 2015 dei Super Tuscan con un evento che fa già storia. Per la prima volta sono stati degustati i prestigiosi “Historical Super Tuscans” dell’annata 2015, una delle più significative degli ultimi decenni. Si tratta di vini iconici che, nati tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, sfidarono le convenzioni del tempo, rinunciando alle denominazioni ufficiali pur di affermare un’idea nuova di qualità. Etichettati inizialmente come “Vini da Tavola”, la classificazione più bassa per la legislazione italiana, erano in realtà prodotti di altissimo livello, capaci di competere con i grandi rossi internazionali. Fu proprio la critica internazionale – in particolare la rivista Decanter – a riconoscere il valore di questi vini, coniando per la prima volta il termine Super Tuscan, grazie al contributo del Master of Wine Nicolas Belfrage. Da allora, questi vini hanno portato la Toscana ai vertici dell’enologia mondiale, conquistando i mercati di Europa, America e Asia. La degustazione collettiva, giunta alla quarta edizione, si è distinta per un approccio unico: ai critici partecipanti – guidati quest’anno dalla Master of Wine Michelle Cherutti-Kowal – non è stato chiesto di valutare i singoli vini, ma di esprimere un rating complessivo sull’intera selezione. L’obiettivo non è premiare una singola etichetta, ma valorizzare un’idea, un’identità collettiva, quella dei Super Tuscan come marchio di qualità riconosciuto prima ancora che dalla legge, dalla critica. A storicizzare ulteriormente questo fenomeno ci ha pensato il Comitato Historical Super Tuscan, fondato nel 2021 da 16 produttori dell’area del Chianti Classico che, già prima del 1994, avevano osato lanciare vini rivoluzionari, rischiando l’etichetta di “Vini da Tavola” pur di affermare la propria visione. Tra i pionieri figura il Marchese Piero Antinori, fondatore onorario del Comitato che, insieme all’enologo Giacomo Tachis contribuì a trasformare il panorama vitivinicolo italiano. Decisiva anche la figura di Enzo Morganti che con il Vigorello di San Felice fu tra i primi a scegliere la strada del vino da tavola, in contrasto con le regole della Doc Chianti Classico, che allora imponeva l’uso di uve bianche.
Super Tuscan 2015, al Vinitaly la degustazione collettiva dell’annata che ha fatto la storia del vino italiano

La degustazione
Vigorello – San Felice
Equilibri e freschezza
Tignanello – Marchesi Antinori
Forza e moribidezza
Le Pergole Torte – Montevertine
Classe e territorio. Un vino dall’anima nobile
Fabrizio Bianchi – Castello di Monsanto
Intrigante. Molto interessante l’evoluzione sui toni balsamici
I Sodi di San Nicolò – Castellare di Castellina
Scuro, profondo, robusto nei tannini
Cepparello – Isole e Olena
Gran bel vino, dalla viva freschezza e tannini fitti. Siamo certi che andrà ancora avanti negli anni
Sangioveto – Badia a Coltibuono
Molta più evoluzione rispetto ai “colleghi”, ma senza particolari “cadute”. Il sorso regge benissimo grazie a tannini molto ben estratti.
Camartina – Querciabella
Pulizia, perfezione tecnica e vibrante acidità. Un vino dalle lunghissime prospettive
Concerto – Marchesi Mazzei
Note “dark” e tessitura fittissima
Cabreo – Tenute Ambrogio e Giovanni Folonari
Ampio, disteso, mentolato, provvisto di sferzante acidità
La Gioia – Riecine
Ampio, setoso. Ancora giovane
Fontalloro – Felsina
Composto, presenta un intrigante contrasto tra l’evoluzione aromatica e la vibrante acidità
Balifico – Castello di Volpaia
Materico, carnoso e potente
Acciaiolo – Castello di Albola
Robusto nei tannini, ma lungo e succoso
Brancaia Il Blu – Brancaia
Tecnica e territorio, davvero ben fatto
L’Apparita – Castello di Ama
Grandissimo, ci fa capire come un vitigno e un territorio possano coniugarsi in maniera perfetta, fornendo un’espressione che non solo comprende entrambi, ma va chiaramente oltre.
Alla fine della degustazione, ai giornalisti presenti è stato chiesto di mettere un punteggio ai vini. Noi, abbiamo scelto di non farlo. Possiamo solo dirvi che abbiamo assaggiato vini buonissimi che ancora andranno avanti negli anni. Ma se proprio dobbiamo esprimere un giudizio, Cepparello, Le Pergole Torte e L’Apparita svettavano un po’ su tutti.