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Vino e dintorni

Lamberto Frescobaldi (UIV): “Dazi? Ragioniamoci a bocce ferme e troviamo la forza per cavarcela soli”

03 Aprile 2025
Lamberto Frescobaldi Lamberto Frescobaldi

L’annuncio dei dazi di Trump è arrivato: 20% ai prodotti dell’Ue. Abbiamo contattano Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini, che subito dopo la notte dell’annuncio ripete più e più volte: “Teniamo alta l’attenzione ma ragioniamoci a bocce ferme”.

Presidente, cosa succederà adesso? 

Ora aprono le trattative con gli importatori americani e bisognerà capire questo 20% a chi farà più male. Se alle nostre tasche o alle loro. 

Lei cosa pensa?

Se guardiamo il valore creato da una bottiglia negli Stati Uniti viene da sé il pensiero, ma si tratta di un pensiero simpatico e non sarà così del tutto. Di certo il  20% per noi produttori italiani è tanto.

Quali sono le strategie che metterà in campo la Uiv?

A caldo vorrei esortare comunità europea a non replicare. Fermi tutti e ragioniamo. 

Su cosa per esempio?

Una catena produttiva non si cede in sei mesi. Chiediamoci perché le aziende sono uscite dagli Usa e sono andate fuori con i prodotti di base. La ricchezza americana è cresciuta molto più negli ultimi 40 anni di quella europea lavorando su prodotti di alto valore aggiunto. Pensiamo a Bezos, Zuckerberg o Jobs. Hanno fatto ricchezza su tecnologia piuttosto che fare un pezzo di ferro. Gli stipendi americani sono molto elevati rispetto ai nostri.

Durerà tutto questo? 

Ho qualche dubbio.

Ci sarà un passo indietro quindi? 

Questo aggravio di costi in parte ricadrà sugli americani con un aumento dell’inflazione. Tanto che la Fed ha detto che aumenterà i tassi. Loro ne usciranno più poveri. Noi prenderemo anche la dose di povertà perché saremo meno reattivi per adeguare categorie in Italia e stipendi. Noi perdiamo il mercato più ricco.

A cosa pensa?

Ai formaggi per esempio. Il Parmigiano Reggiano parte da 14 euro al chilo e arriva sulle tavole americane a 44. Ne usciamo tutti perdenti.

Qual è il messaggio?

Pensiamoci e ragioniamo a bocce ferme.

Lei produce anche vino in America, nell’Oregon. Forse può sperare in quello? 

Attenzione anche a questo. La ristorazione più importante negli Usa è quella italiana dove si vendono anche i vini americani che sono costosi. Se i ristoranti perdono margine potrebbero chiudere. E questo non conviene ai produttori statunitensi. 

Il governo deve immaginare misure compensative al mondo vino e agroalimentare?

La Spagna abbiamo visto che sta già pensando a misure compensative. L’Europa dovrà trovarle per la filiera. Le medie sono molto pericolose, si guardano le esportazioni nell’insieme ma ci sono aziende che potrebbero perdere moltissimo. Oggi se noi pensiamo subito alle misure compensative usciamo perdenti. Dobbiamo avere la forza per parlare con gli interlocutori americani forti del fatto che dobbiamo cavarcela soli. Alla fine se no perdiamo tutti e abbiamo fatto un regalo a loro.