C’è una Sicilia che piace. Attraente. Per fare impresa. Per produrre vino. Per viverci e cambiare residenza. Negli ultimi anni è stato un susseguirsi di notizie e di arrivi. Etna, soprattutto ma non solo. Il vulcano più attivo d’Europa ha catalizzato la maggior parte di chi ha voluto investire sull’Isola per fare un vino che in questo momento gode il favore della critica internazionale. C’è anche chi ha deciso di trasferirsi in Sicilia per viverci o per farci una doppia scommessa: investire in un settore diverso da quello in cui fino ad oggi ha operato e puntare su una regione diversa da quella in cui ha fatto impresa. In ogni caso è la Sicilia che emerge con tutto il suo carico di appeal, fascino, contraddizioni, pregi e limiti, come in ogni luogo del mondo. Ma è comunque un effetto benefico quello che arriva in questa parte d’Italia, grande oltre 25 mila chilometri quadrati e con una biodiversità che, se parliamo di agricoltura e agroalimentare, la rende particolarmente esclusiva e affascinante.
E con questa idea che nello spazio istituzionale del padiglione 2 quello che ospita la Sicilia al Vinitaly si terrà un momento di confronto per raccontare le storie di cinque giovani imprenditori che a vario titolo hanno fatto o stanno per fare una doppia scommessa: sbarcare in Sicilia e puntare sul vino. Con quali stati d’animo? Con quali obiettivi? Con quali dubbi? Domenica 6 aprile alle 14.15 insieme all’assessore regionale all’Agricoltura Salvatore Barbagallo si confronteranno i seguenti imprenditori: Grégoire Desforges, nipote di Paolo Marzotto che pochi mesi fa ha rilevato dalla holding di famiglia che mette insieme la madre Dominique con fratelli e cugini l’azienda Baglio di Pianetto fondata dal nonno Paolo Marzotto alla fine degli anni ‘90 a Santa Cristina Gela, piccolo comune alle porte di Palermo e nell’enclave linguistica di Piana degli Albanesi. Una scelta di vita che sta portando Grégoire a trasferirsi da Milano e Parigi in questa parte di Sicilia dove condurrà la cantina assieme all’amministratore delegato Dante Bonacina.
Un’altra storia è quella di Andrea Farinetti, imprenditore e proprietario di numerose cantine dal Piemonte alla Sicilia passando per Lombardia, il Veneto, il Friuli, la Toscana. Andrea è il figlio di Oscar Farinetti, il fondatore di Eataly e di Unieuro, imprenditore dinamico che da Alba ha fondato due colossi in ambiti imprenditoriali diversi e ha puntato sul vino realizzando un’azienda sull’Etna – Carranco, questo il nome della cantina – qualche anno fa e producendo sul vulcano più alto d’Europa e affiancando questo brand a nomi importanti dell’enologia nazionale come Fontanafredda e Borgogno, alcune delle cantine di cui sono proprietari in Piemonte.
C’è anche Amedeo Moretti, figlio di Antonio Moretti, imprenditore toscano della moda che da alcuni anni ha scommesso sul vino in Toscana (con tre cantine diverse in tre parti top della regione) per poi puntare diritto sulla Sicilia con due acquisizioni importanti, la prima a Noto con Feudo Maccari e l’altra sull’Etna con Anima Etnea, due zone particolarmente trendy e vocate per fare vini eccellenti.
Il quarto nome è Achille Scudieri, la cui famiglia è proprietaria di Adler Group, una delle grandi aziende del comparto dell’automotive italiano con presenze e stabilimenti in tutto il mondo e che ora ha deciso di diversificare puntando sul vino e sull’agroalimentare (sono anche proprietari della catena Obicà Mozzarella Bar con oltre 20 locali sparsi nel mondo). Hanno acquisito la cantina Abraxas a Pantelleria in uno dei luoghi più eroici dove fare vino in Italia, in questa piccola isola sospesa tra l’Europa e l’Africa famosa per il suo passito di Pantelleria. Anche la loro è una doppia scommessa, sulla Sicilia e sul vino.
Infine Federico Veronesi, proprietario della catena di enoteche SignorVino & Oniwines presente in Italia e all’estero e di alcune cantine tra cui la marchigiana Bucci, un must per i winelover. Federico è il figlio di Sandro Veronesi, il patron di Intimissimi e di Falconeri due brand dell’abbigliamento made in Italy famosi in tutto il mondo. Anche loro puntano ancora sul vino e sulla Sicilia. Sul vino perché hanno siglato alcune partnership per commercializzare alcune etichette col proprio brand e non sono esclusi altri investimenti.
Queste cinque storie saranno la base della riflessione su “La Sicilia che piace”. Questo il titolo del talk show che sarà condotto da Mario Barresi, giornalista de La Sicilia e Fabrizio Carrera, direttore di Cronache di Gusto. L’ingresso è libero.