Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'intervista

L’olio raccontato sui social: cinque “evocreator” bravissimi da seguire

03 Marzo 2025
Dall'alto a sinistra in senso orario, Leonardo Leggeri, Dario Masciaga, Maria Clara Tiberi, Giuseppe Salone e Gabriele Sabatino Dall'alto a sinistra in senso orario, Leonardo Leggeri, Dario Masciaga, Maria Clara Tiberi, Giuseppe Salone e Gabriele Sabatino

Negli ultimi anni, l’olio extravergine d’oliva è diventato sempre più centrale nel mondo gastronomico. Un’attenzione crescente dovuta non solo all’organizzazione di eventi specializzati, come l’Evolio Expo di Bari, tenutosi lo scorso gennaio, o il Sol di Verona, in corso proprio in questi giorni, ma anche perché giornali e riviste hanno iniziato a raccontarlo, affiancandosi a chi, fino ad oggi, è stato l’unico vero narratore di questo mondo: curatori di guide, organizzatori di premi e concorsi e, naturalmente, i produttori. Accanto a questo universo tecnico, fatto di termini specialistici e addetti ai lavori, oggi ne sta crescendo un altro, più immediato e curioso, che cerca parole nuove per arrivare a un pubblico ampio, mescolando sapere tecnico e cultura pop. Il merito è di una nuova generazione di creator che, sui canali digitali, parlano di cultivar, territori e abbinamenti con un linguaggio diretto e coinvolgente, con l’obiettivo di diffondere cultura e conoscenza su un prodotto ancora troppo poco conosciuto. Una trasformazione che ricalca dinamiche già viste in altri mondi del food e che, dopo l’epoca dei primi food blogger — quelli delle ricette di casa e della voglia di raccontarsi online — aggiunge oggi un nuovo tassello: quello dei creator specializzati su singoli temi. Dal vino al miele, dalla birra artigianale alla pizza, fino all’olio extravergine d’oliva, che oggi ottiene sempre più visibilità nei feed di Instagram, nei video di TikTok e nelle dirette su YouTube.

Dietro questa nuova narrazione ci sono voci, volti e storie che vale la pena raccontare. Per Cronache di Gusto abbiamo intervistato cinque “EvoCreator”: ognuno di loro ci ha offerto spunti preziosi sulla comunicazione dell’olio extravergine d’oliva, raccontando come è iniziata la loro avventura e quale sia — e perché — la cultivar che amano di più.

Leonardo Leggeri - Evolovers

Leonardo Leggeri, fondatore della community Evolovers, è un produttore pugliese under 40 che ha trasformato la sua passione per l’olio extravergine d’oliva in un progetto di divulgazione digitale. “La mia è una produzione molto limitata — racconta — non supero i mille litri all’anno. Produco olio da diversi anni, ma la vera svolta è arrivata quando ho deciso di iscrivermi a un corso della Fondazione Italiana Sommelier. Volevo capire cosa significa davvero fare qualità, portare il mio olio a un livello superiore”. In poco tempo quel percorso è diventato qualcosa di più, offrendo la possibilità a Leonardo di avere un nuovo sguardo sul proprio lavoro e accendendo in lui la voglia di raccontarlo fuori dai soliti circuiti.

“La scintilla definitiva è scattata nel 2020 – continua – grazie a un amico che mi ha spinto a condividere sui social la vita nei campi. Così è nato Evolovers. Prima erano solo una serie di stories su Instagram, poi è diventata una vera e propria community. Un diario digitale fatto di potature, raccolte e degustazioni, raccontate senza filtri o tecnicismi inutili. Ciò che voglio è che chi mi segue impari a riconoscere un buon olio e capisca perché costa di più”. Per Leonardo, il prezzo è infatti il nodo centrale della comunicazione sull’olio. È il tema che genera più domande e discussioni, perché tocca direttamente il consumatore. “C’è ancora l’idea che l’olio debba costare poco, perché siamo abituati alle bottiglie da 4 euro sugli scaffali del supermercato. Ma la qualità ha un prezzo, e io — lavorando ogni giorno nei campi — provo a mostrarlo con esempi concreti”. La sua cultivar del cuore? La Ravece. “Ha un profilo aromatico incredibile e, nonostante sia meno famosa di altre, merita di essere scoperta”.

Giuseppe Salone - OilTogether

La storia di Giuseppe, siciliano di nascita e emiliano d’adozione, è una storia di radici e riscoperta. “Per anni – racconta – ho vissuto a Reggio Emilia e ogni autunno mio padre mi spediva l’olio nuovo da casa. Un giorno mi sono chiesto: ma perché ne so così poco di quello che consumo ogni giorno”? Da quella domanda nasce il percorso di Giuseppe nel mondo dell’olio, un cammino che lo ha portato a frequentare corsi da sommelier dell’olio e a organizzare degustazioni fatte in casa con amici e colleghi. Nel 2017, insieme a un amico, Giuseppe crea il progetto OilTogether, inizialmente un diario personale per condividere ciò che stava imparando, che ben presto si trasforma però in una piattaforma di divulgazione. “Volevamo semplicemente – spiega – condividere quello che imparavamo, senza tecnicismi, senza snobismi”. Oggi OilTogether è diventato un punto di riferimento per tanti appassionati e una rete di piccoli produttori selezionati. Riguardo all’importanza della comunicazione, Giuseppe sottolinea che “ogni tipo di pubblico necessita della leva. Per alcuni questa è rappresentata dal legame con la salute, per altri è l’attenzione al territorio o la passione per il buon cibo. Capire qual è quella giusta e sapere come comunicarla è fondamentale per fare breccia nella mente del consumatore”.

Tra tutti il tema della salute è particolarmente importante per Giuseppe: “Se c’è un argomento che può accendere le coscienze, è il legame tra olio e benessere. Dopo l’acqua, l’olio è probabilmente l’alimento che ci accompagna più a lungo nella vita”. La sua cultivar del cuore? La Nocellara del Belice ma non solo. “Un’oliva straordinaria, sia da mensa che per l’olio, poi mi piacciono molto anche la Coratina e gli oli del Garda”.

Dario Masciaga - Il SommOlier

Dario, romano e grande appassionato, come ama dire, di “evogastronomia”, è il volto de Il SommOlier. “Amo comunicare – racconta – e ho scelto Instagram per parlare l’olio in modo nuovo, mettendo insieme divulgazione e un pizzico di intrattenimento. Mi concentro soprattutto sugli errori comuni che consumatori, ristoratori e tutti coloro che girano intorno al mondo dell’olio commettono. L’obiettivo è quello di far capire l’importanza dell’olio nella vita quotidiana”. Uno stile che si potrebbe definire di infotainment che vuole educare divertendo, e trasmettere passione per l’olio in modo coinvolgente. Al centro del progetto un’idea chiara e decisa: “L’olio deve diventare una parte integrante della cultura gastronomica, un po’ come è accaduto con il vino”. Il SommOlier è presente su Instagram e non solo. “Instagram è il mio campo principale, dove pubblico quotidianamente, mentre su TikTok cerco di sperimentare linguaggi nuovi, vorrei anche realizzare dei video più lunghi e strutturati su YouTube perché credo sia una piattaforma che ha ancora tanto da esplorare”.

Riguardo gli abbinamenti, Dario ha una posizione forte: “Non credo che ci siano regole fisse, dipende dalla quantità di olio nel piatto e dal gusto personale. L’importante è che l’olio sia buono, altrimenti rovina il piatto”. Una filosofia che ritiene che il gusto del consumatore sia sempre valido, e che non bisogna forzare abbinamenti troppo rigidi. La sua cultivar del cuore? È il Maurino: “Mi sorprende ogni anno con note di agrumi e una personalità che cambia continuamente, rendendolo sempre interessante”.

Gabriele Sabatino - Tastevo

Gabriele Sabatino, palermitano di nascita, trapiantato a Roma, è il co-fondatore di Tastevo, uno tra i profili più innovativi della comunicazione sull’olio extravergine d’oliva. Professionista del marketing digitale per il cinema, ha deciso di portare la sua esperienza in un settore che parlava poco e male ai giovani. “Tutto è iniziato quasi per caso — racconta — quando due mie amiche mi hanno suggerito di iscrivermi a un corso da sommelier dell’olio. Già alle prime lezioni mi sono reso conto di una cosa: sui social l’olio era quasi invisibile. Pochi contenuti, pochi account, e soprattutto un linguaggio tecnico”. Da lì, l’intuizione: raccontare il corso su Instagram, traducendo la teoria in contenuti semplici e coinvolgenti. “Ho aperto un account dedicato e ho iniziato a raccontare le lezioni, le degustazioni e le prime scoperte. Così, post dopo post, è nato il progetto”.

L’idea di fondo è chiara: parlare agli under 30 con un tono fresco, organizzare esperienze dal vivo, come degustazioni, e collaborare con la ristorazione per sensibilizzare sull’uso di oli di qualità. Un approccio che ha subito trovato riscontro: “Un giorno mi ha scritto un giovane produttore pugliese, mi voleva mandare il suo olio. Io gli ho risposto: “Ma perché proprio a me?” E lui mi ha risposto: “Perché il tuo modo di raccontarlo è diverso, ed è quello che serve all’olio”. Quella frase è stata una scintilla”. Per Gabriele, Tastevo è diventato un laboratorio di comunicazione che vuole essere rigorosamente indipendente, senza legami commerciali, e nel quale la libertà di espressione è la priorità. Prossimi obiettivi? “Uno dei nostri sogni è quello di portare l’olio di qualità in televisione o comunque nel mondo della comunicazione mainstream. Era già successo con il vino in programmi come La Prova del Cuoco quando c’era sempre un sommelier a suggerire un abbinamento con il piatto che veniva preparato. Sarebbe un grande acceleratore di diffusione di conoscenza”. La sua cultivar del cuore? La Tonda Iblea. “Evoca il profumo della Sicilia, degli agrumi, della salinità del mare e il ricordo degli ulivi, tutto in un solo assaggio”.

Maria Clara Tiberi

Maria Clara Tiberi è una giovane produttrice innamorata dell’olio extravergine d’oliva. Senza una tradizione familiare alle spalle, ha costruito da zero il suo percorso, usando i social non solo per raccontare la sua azienda (otto ettari sulle colline della Tuscia viterbese) e il suo lavoro, ma anche come un vero e proprio canale di divulgazione. “Partendo da zero – racconta – dovevo trovare un modo per farmi conoscere. I social sono stati la soluzione più immediata e naturale. All’inizio, il racconto era semplicissimo: il lavoro nell’uliveto, la creazione delle prime etichette, le caratteristiche di base di olio extravergine di qualità. Mi sono accorta subito di quanto il pubblico fosse distante da questo mondo e di quanto servisse un linguaggio diretto, senza tecnicismi”. Oggi il suo approccio si fonda su tre pilastri: parlare con autenticità, mostrando il dietro le quinte della produzione; creare esperienze con la ristorazione, coinvolgendo chef e ristoratori in degustazioni e abbinamenti; e trovare nuove occasioni di racconto fuori dai soliti schemi e di networking. “Una volta ho scritto su Instagram a una gelateria di Roma molto famosa, chiedendo se avessero mai pensato a un gelato all’olio Evo. Da quella battuta è nata una collaborazione vera”.

La sua cultivar del cuore? La Caninese. “È legata all’inizio del mio percorso e ha un valore affettivo fortissimo. Poi, essendo mia madre di origini palermitane, ho una passione speciale anche per gli oli siciliani in generale”.