Ristrutturazione, controlli, accorpamento, promozione. Queste le linee guida che caratterizzano la campagna vitivinicola 2011 lanciata oggi dall’Assessore all’Agricoltura Sicilia Elio D’Antrassi nella sede di Viale Regione Siciliana a Palermo alla presenza di Alessandro Chiarelli, presidente della Coldiretti Sicilia, e Carmelo Gurreri presidente regionale di Cia Sicilia.
“Le misure predisposte – dice D’Antrassi – riguardano, in particolare, la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti, la promozione dei vini sui mercati dei Paesi terzi, la vendemmia verde, gli investimenti, e poi, fino alla campagna 2011/2012, la distillazione di alcol ‘uso boccà, la distillazione di crisi e l’arricchimento. È stata compresa anche l’estirpazione di superfici vitate con premio”. Le domande presentate per l’attuale campagna sono state numerose comunicano i relatori: 1.300 presentate per un importo di 30 milioni di euro.
Un traguardo significativo rappresenta l’attivazione del progetto di riorganizzazione del sistema cooperativistico regionale. “Dobbiamo continuare a puntare sulla riorganizzazione, è prioritario. L’istituto delle cantine sociali è alla fine. Stanno male. Oggi non sono altro che soggetti pensanti”, ha dichiarato in conferenza Chiarelli. Un sostegno che consente alle cantine che hanno deciso di fondersi per ridurre i costi di gestione di poter usufruire di risorse messe a disposizione come premi dalla Regione. Nel quadro delle operazioni sulla valorizzazione del comparto ricade anche la riqualificazione della produzione che, ad oggi, fa sperare l’assessore in un aumento dell’8% della quota di prodotto confezionato da immettere nel mercato in un tempo di due anni.
Fulcro della campagna la Doc Sicilia, prevista come motore per la valorizzazione dei vini siciliani nei mercati nazionali e internazionali. Per l’assessore la Doc farebbe da volano per un territorio che ha bisogno di sostegno, come spiega: “Ci siamo interrogati su quanto valesse la Doc Sicilia. E per noi ha un alto valore territoriale non solo per il prodotto in sé. Il fattore territorio è primario – ma aggiunge -. Purtroppo è negletto. Basta allontanarsi 30 chilometri da Palermo per rendersene conto. Si vedono paesaggi vitati mozzafiato che hanno bisogno di un appoggio, di un sistema di strutture pubbliche e private che lavorino insieme e affluiscano sullo stesso territorio e su questo stiamo puntando”.