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Vino e dintorni

Le esportazioni di vino francese diminuiscono: arriva l’appello dei commercianti

11 Febbraio 2025
Bottiglie di vino in cantina - ph Arno_M, Pixabay Bottiglie di vino in cantina - ph Arno_M, Pixabay

Le esportazioni di vino francese sono diminuite di 336 milioni di euro. E a Wine Paris il presidente della Federazione Francese degli Esportatori di Vino e Liquori (FEVS), Gabriel Picard, lo ha ribadito duramente in una conferenza stampa. 

Come riporta Vitisphere, infatti, è stato fatto un appello ai governi francese ed europeo affinché diano il loro pieno sostegno al settore. Il surplus commerciale del Paese nel settore dei vini e degli alcolici è sceso a 14,3 miliardi di euro (-3,4%). “Nel 2022 avevamo un’eccedenza di oltre 15 miliardi di euro”, sottolinea Gabriel Picard, precisando che il settore è uno dei pochi con un’eccedenza, dietro all’aeronautica (28,7 miliardi di euro, -6,8%) e ai profumi e cosmetici (17,3 miliardi di euro, +5,5%). Dal 2022, il settore ha perso 29 milioni di casi di esportazione ed è “colpito, ma non affondato”.

Nel 2024, dopo un anno segnato dal calo delle vendite, le esportazioni di vino e alcolici sono scese a 173,9 miliardi di casse per un fatturato di 15,6 miliardi di euro con cali dello 0,1% in volume e del 4% in valore. I vini rappresentano un volume stabile di 124,1 milioni di casse (+0,7% rispetto al 2023) per 10,9 miliardi di euro esportati (-3%), ha spiegato Antoine Leccia, CEO di Advini Group.

Il calo delle vendite di Champagne è uno dei fattori principali di questa flessione (3,9 miliardi di euro di esportazioni, -8%), con un ulteriore impatto del calo dei consumi di vini rossi (in particolare Bordeaux, -8% in valore) e una correzione più generale dei prezzi dopo l’inflazione del 2023 (“c’è un effetto prezzo negativo, con i clienti che chiedono riduzioni di prezzo”), mentre i vini bianchi sono in aumento (in particolare la Borgogna grazie ai maggiori volumi delle annate 2022 e 2023).

In calo anche le esportazioni di alcolici, che scendono a 46,6 milioni di casse per 4,5 miliardi di euro (-1,8% e -6,5%) a causa del calo delle vendite di cognac, duramente colpite in Asia, nonostante la ripresa negli Stati Uniti. Quest’ultimo mercato ha visto una ripresa significativa del vino e degli alcolici grazie alla ricostituzione delle scorte e all’accumulo preventivo di scorte di fronte alle minacce fiscali di Donald Trump. 

Allo stato attuale, se non ci sarà un sostegno politico importante, il presidente della FEVS osserva che “l’effetto domino è già iniziato” e peggiorerà: “Se i nostri punti di esportazione chiudono, ci sarà un vero problema”. Gabriel Picard, che chiede una terapia d’urto per l’industria: “È un’ottima cosa sostenere i piani di estirpazione e di distillazione, fa scendere la temperatura. Ma se non c’è un piano, non possiamo passare il tempo a cercare di abbassare la temperatura. Dobbiamo costruire una vera strategia per operare”.