Wine Paris sempre piena di opportunità. Vinitaly cresce sempre di più. ProWein in una fase calante. Ecco il “Marzia Varvaglione pensiero” a pochi giorni dal via di Wine Paris, l’ormai celebre fiera del vino internazionale che si terrà a Parigi dal 10 al 12 febbraio 2025. Raggiungiamo Marzia al telefono tra i soliti mille impegni. “C’è anche Parigi che incombe”, dice Marzia, titolare della storica cantina salentina Varvaglione 1921 e presidente di Agivi, l’Associazione dei giovani imprenditori vinicoli italiani di Unione italiana vini. “Parigi, ormai è una bella opportunità per noi produttori italiani – dice – Presenteremo le nuove annate di bianchi e rosati. Mentre per i rossi e qualche nuova referenza aspetteremo il Vinitaly”. Parigi, insomma, diventa per tre giorni il centro del mondo del vino internazionale: “Ci aspettiamo tanta affluenza – dice Marzia – da quasi tutti gli operatori europei, ma anche dall’America. Ci stiamo rendendo conto che Parigi riscuote ogni anni sempre più successo di presenze”. E il perché lo spiega benissimo: “Tutti i nostri partner, ad esempio, vanno a Parigi – dice Marzia – di conseguenza anche noi produttori seguiamo questo trend”. I vini francesi, per Marzia, “hanno fatto da apripista a questo successo di Wine Paris – dice – perché sappiamo benissimo quanto queste etichette siano appetibili su tutti i mercati del mondo. E poi la fiera è molto grande, ben organizzata, ci sono tante aziende internazionali. E diciamolo, Parigi ha un’attrazione e attrattività senza uguali. Oltre ad essere una città che ha i servizi, non è difficile trovare un taxi o un albergo, puoi mangiare sempre e dovunque. Düsseldorf paga anche questo”. E aggiunge: “La fiera tedesca logisticamente è più complicata – dice – Credo che paghi ancora lo scotto delle chiusure post Covid”.
E Vinitaly? Anche a Verona si registra il caos durante la fiera: “Ma questo caos fa parte della nostra italianità – dice Marzia – Oltre alle fiera, chi viene a Verona viene a vivere un’esperienza e si gode anche l’aspetto festaiolo che si respira in città. Un momento di festa sia per noi produttori che per gli esportatori. E’ vero che c’è più traffico del solito, ma alla fine a Verona ci si muove benissimo anche a piedi. Credo che tutti gli amanti del vino debbano venire a Verona e al Vinitaly almeno una volta”. Poi prosegue: “La fiera veronese, tra l’altro – dice – è cresciuta moltissimo. Soprattutto in questi ultimi due anni. E diventa fondamentale per noi esserci”.
Su tutti i produttori italiani, però, in questo momento incombe lo spettro dei dazi annunciati a gran voce dal neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump: “Una situazione che viviamo malissimo – dice Marzia – Non sappiamo se questo minaccia sarà reale o se il presidente sta usando queste parole per avere poi vantaggi dalle varie contrattazioni con i paesi europei. In generale, però, devo dire che i consumi del vino sono calati un po’ dappertutto e non mi riferisco solo all’Italia. Il consumatore è cambiato, si evolve, i vini bianchi e le bollicine sono diventati i vini preferiti, a discapito dei vini rossi più corposi. I dazi si inseriscono in questa fase di cattivo umore di noi produttori. C’è una componente psicologica forte in questa situazione, soprattutto da parte di chi dovrà importare i nostri vini. Noi, comunque, dobbiamo sempre rientrare nei costi. Cercheremo di capire come eventualmente reagirà il consumatore americano. A leggere i numeri che arrivano dalla Francia, i dazi hanno fatto registrare un calo delle vendite. Non sappiamo se questi numeri siano collegati alla nuova tassa imposta da Trump o se rientrano nella fase generale del calo generale dei consumi. Vedremo”.
Ultimo tema affrontato con Marzia quello dei vini no e low alcol: “Non sappiamo se sarà una moda – dice – Lo dicevano anche dei vini naturali e poi questi si sono trasformati in una vera e propria nicchia. Credo, invece, che sia una importante opportunità di business che non va lasciata ai nostri competitor, e mi riferisco soprattutto a Francia e Spagna. Noi, lo scorso anno, abbiamo presentato due nuovi prodotti “zero alcol”. All’inizio i nostri clienti erano scettici, ma poi ci hanno chiamato tantissimi distributori per averli, soprattutto durante il periodo delle feste natalizie e dopo l’entrata in vigore del nuovo codice della strada. Oggi credo che sia un prodotto che completa la nostra gamma di referenze”.