Giampaolo Gravina, giornalista e comunicatore di riferimento nel mondo del vino, è morto oggi mentre si trovava in Friuli per una manifestazione. Aveva deciso di prolungare il suo soggiorno per incontrare i produttori locali e scoprire nuove realtà, spinto dalla sua innata curiosità e dal desiderio di costruire rapporti autentici, ben oltre la sfera professionale. Gravina era molto più di un esperto di enogastronomia: filosofo di formazione, docente appassionato e divulgatore brillante, sapeva raccontare il vino con una chiarezza e una profondità che lo rendevano un punto di riferimento per appassionati e addetti ai lavori. Dopo aver insegnato Estetica all’Università La Sapienza di Roma, aveva portato la sua conoscenza all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, trasmettendo ai suoi studenti un amore sincero per il vino e il suo universo.
La sua passione per il settore nacque spontaneamente e si tradusse presto in esperienza pratica: a Roma aprì il ristorante “Uno e Bino”, un punto di ritrovo per appassionati e neofiti, molti dei quali si trasformarono in esperti grazie ai suoi insegnamenti. Parallelamente, intraprese la carriera giornalistica, distinguendosi per il suo stile mai scontato. La sua voce era seguitissima su Radio Rai Tre, dove conduceva la rubrica Puri Spiriti, e la sua firma era garanzia di qualità in guide e pubblicazioni, come quella dei vini dell’Espresso. In un mondo spesso dominato da ego e protagonismi, Gravina si distingueva per la sua capacità di dialogare con tutti. Dotato di una curiosità genuina e di una sensibilità fuori dal comune, riusciva a cogliere sempre spunti nuovi, trasformando ogni conversazione in un’occasione di crescita e scambio. Questa stessa attitudine la portava nelle sue lezioni, dove sapeva incantare il pubblico con un linguaggio accessibile, mai elitario, rendendo la cultura del vino comprensibile e coinvolgente.
Le sue competenze si sono tradotte in pubblicazioni fondamentali per gli amanti del vino. Con Camillo Favaro ha scritto Vini e terre di Borgogna, un volume imprescindibile per chi desidera esplorare questa straordinaria regione. Con Armando Castagno e Fabio Rizzari ha invece firmato Vini da scoprire e La riscossa dei vini leggeri, testi che hanno contribuito a innovare il linguaggio della critica enologica.
Giampaolo Gravina lascia un’eredità preziosa, fatta di parole, insegnamenti e intuizioni. Con la sua cultura e il suo spirito ironico, sapeva raccontare il vino con la leggerezza e la profondità dei grandi narratori. Il suo percorso ha aperto la strada a un modo nuovo di comunicare il vino, rendendolo accessibile e affascinante per tutti.