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Tra tradizione e innovazione: ecco 5 locali “pop” a Napoli da provare assolutamente

06 Febbraio 2025
Vista sul Vesuvio - ph Marek da Pixabay Vista sul Vesuvio - ph Marek da Pixabay

Come si fa a rinunciare con leggerezza a una genovese o a una frittura di paranza? Napoli, a volte, è una città difficile per chi ha voglia di fare una ristorazione diversa eppure c’è chi ci riesce. Tra cucine ritrovate e poi rivisitate, ricette alleggerite e nuove contaminazioni ecco 5 trattorie, bistrot ed etnici che non ci faranno sentire la nostalgia della pizza. Il senso di appartenenza alle tradizioni gastronomiche non è facile da sradicare a Napoli. Città ricca di tradizione culinaria e con i napoletani troppo orgogliosi di lei per poterla lasciare andare via così facilmente. Difficile pure per i turisti attratti anche loro dalla pizza & co per essere abbastanza curiosi da provare qualcosa di diverso. Ma stare fermi nella metropoli partenopea non è possibile e la cross culture, ovvero la contaminazione fra le culture passa anche tra i vicoli della città, con nuovi piatti dove si scorgono le origini, ma pure i viaggi e i profumi di terre lontane.

I 5 locali pop di Napoli

Sono i nuovi ristoratori che recuperano da ieri la memoria degli odori e da oggi l’alleggerimento dei sapori in una tavola del futuro tra ricercatezza degli ingredienti e capacità di saperli reinventare.

Persika
Indirizzo: Via Giovanni Bausan, 5

Dalla Svezia le tecniche e gli abbinamenti, dalla Campania, invece, la materia prima, così in cucina lo chef Joar Torch porta nel piatto tutta la sua esperienza svedese servita ai tavoli della piccola, ma accogliente sala da Bruno Liguori, napoletanissimo con all’attivo già passate esperienze nel mondo della ristorazione. Siamo nel piano centro cittadino, in via Bausan, due passi dalla movida napoletana ed è qui che Persika crea la sua “cucina di sconfine” facendo incontrare in un matrimonio di piatti (a prezzi popolari) i grandi prodotti campani in un andirivieni di retaggi internazionali. Come la Leccia alla brace, con insalata di finocchi e arancia, salsa ponzu e habanero o il cavolfiore arrostito su salsa tahini, capperi, papacelle, limone e menta. Tutto che si accorda con una carta dei vini centrata su cantine e vitigni campani, ma che sa non trascurare il resto.

Cisterna Bistrot
Indirizzo: Via Cisterna dell’Olio, 6/ A

Atmosfera d’Antan, cucina e vini che raccontano i territori. Eccola la sintesi di Cisterna Bistrot, delizioso locale guidato da due giovani imprenditori napoletani con ricette regionali e ispirazioni nazionali recuperate dai vecchi ricettari per essere rivisitati in chiave moderna. Un menù intrigante, senza essere caricato da troppe costrizioni, spazia tra prezzi giusti in una ricerca di prodotti e sapori che si incontrano nello stesso piatto. Succede così per le polpette di tonno al limone o le candele alla genovese con spuma di parmigiano e polvere di liquirizia.

Azzuppa
Indirizzo: Via Vincenzo Bellini, 15
Una trattoria tappezzata da carte da parati tutte diverse, sedie retrò e porzioni che sanno sfamare. Da Azzuppa, a due passi dal centro storico di Piazza Bellini, il menù è un viaggio nei piatti della tradizione, dal baccalà alla zuppetta di pesce, recuperando, poi, contaminazioni orientali tra rigatoni alla genovese e Katsuobushi e friarielli alla soia. Due esempi di commistione da non perdere. Quello di Claudio Fiorentino è un menù, che dai 7 ai 20 euro, sa davvero “azzuppare” (in napoletano intingere) lungo l’intera rotta del Mediterraneo arrivando, poi, fino all’Oriente con piatti che viaggiano su binari paralleli. Che sia allora un piatto spagnolo, francese o giapponese una scarpetta sul finale per “azzuppare” è sempre assicurata.

Staj Noodle Bar Chiaia
Indirizzo: Via Bisignano, 27
Ci si sente a proprio agio in questo semplice, ma curato locale nel quartiere di San Pasquale, che invita a “trattenersi”. Si chiama, infatti, Staj giocando con l’espressione napoletana di “stai, statti, trattieniti” e thai, ovvero l’offerta culinaria fusion proposta dallo chef Lucio Paciello e del suo socio Rosario Priore. Da qui escono piatti che non rinunciano ai sapori di casa, ma che hanno una memoria olfattiva che soffia sui venti dell’est tra noodles fatti in casa con farina di grano tenero semi integrale macinata a pietra e Bao alla genovese napoletana. Staj è un vivo concetto di convivio sia sociale che gastronomico e ora una seconda sede è stata aperta anche nel quartiere alto della città, al Vomero.

CU.QU. / cucinadiquartiere
Indirizzo: Vicoletto Berio, 12-13
Le stagioni entrano nella cucina di questo minuscolo ristorantino sui quartieri spagnoli di Napoli. Lo fanno attraverso ortaggi, frutta e verdura sempre freschi che arrivano nelle mani di Francesco Porcaro ogni giorno e escono come protagonisti nella piccola sala che accoglie appena una decina di posti. Se c’è bel tempo, però, è ancora più bello lo spazio all’aperto, con i tavolini lungo il ciglio della strada nel pieno della Napoli del folklore. La sua è una proposta concentrata principalmente sul vegetale, con nessuna distinzione tra le portate sulla lavagnetta che segna le proposte del giorno né c’è poi una linea di confine tra la cucina napoletana e quello che la sua mente crea. I prezzi sono tutti popolari, così da aver voglia di ritornarci ancora e ancora. Gli elementi animali non sono esclusi, ma sono sempre i prodotti della terra al centro delle piccole composizioni da condividere, con le materie prime da protagoniste. Un pensiero che si rispecchia anche nella carta dei vini con etichette selezionate tra piccole produzioni, italiane e non e cantine spesso a conduzione familiare.