Cavit (Cantina Viticoltori del Trentino) nasce nel 1950 per iniziativa di diversi viticoltori che volevano valorizzare nella maniera migliore i prodotti unici della propria terra. E’ un consorzio di secondo grado che raggruppa 11 cantine cooperative, mettendo insieme ben 5.250 associati che costituiscono la quota più grande del comparto vitivinicolo trentino con 6.350 ettari di vigneto coltivati. Questa vasta superficie rappresenta più del 60 per cento dell’area vitata della provincia autonoma di Trento ed è distribuita nelle cinque macro-aree viticole del territorio: Campo Rotaliano, Valle di Cembra, Valle dell’Adige, Vallagarina e Valle dei Laghi. I numerosi vigneti situati in zone di pregio e la possibilità di operare selezioni su una grandissima quantità di uve permettono di mantenere stabilmente elevati standard qualitativi.
La produzione si articola principalmente su due settori, quello della spumantistica e quello dei vini fermi, sia da vitigni autoctoni che internazionali. In totale più di 60 milioni di bottiglie l’anno. La gamma di etichette proposte spazia dai vini più semplici da bere quotidianamente ai vini più ricercati come quelli da singolo maso (veri e propri cru), quelli della linea Trentini Premium e i prestigiosi spumanti Trentodoc prodotti in una cantina dedicata alla tipologia e commercializzati con il marchio Altemasi.
Abbiamo degustato il Trentino Superiore Doc Müller Thurgau Zeveri 2022, bianco che fa parte della linea Trentini Premium, espressione delle uve scelte dall’enologo nei vigneti migliori. In questo caso si tratta di Müller Thurgau in purezza coltivato ad altitudini comprese tra i 600 e i 750 metri sul livello del mare in diverse zone: a Riva di Vallarsa nella Valle del Leno, a Cimone sulle pendici del Monte Bondone e a Stenico nelle Valli Giudicarie. L’altitudine elevata e il clima alpino tipico di quest’area montana sono condizioni utili per esaltare le caratteristiche di questa varietà. Le viti sono allevate a pergola semplice e a guyot con rese che vengono limitate a 90 quintali per ettaro mediante il diradamento dei grappoli. La vinificazione inizia con diraspatura e pigiatura, dopo le quali il mosto viene raffreddato rapidamente e lasciato a contatto con le bucce per alcune ore in modo da favorire l’estrazione degli aromi. Seguono la pressatura soffice e la fermentazione alcolica che si svolge in serbatoi di acciaio inox alla temperatura controllata di 16 – 18 gradi centigradi. In cantina tutto il processo produttivo si svolge con la massima attenzione nei confronti della protezione dal contatto con l’ossigeno. Il vino ottenuto affina sulle fecce nobili fino all’imbottigliamento che viene effettuato circa 10 mesi dopo la vendemmia.
Il colore che osserviamo nel calice dopo aver versato il Müller Thurgau Zeveri 2022 è un giallo paglierino scarico con tenui riflessi verdolini. L’esame olfattivo rivela un bouquet pulito e delicato nel quale profumi di fiori di campo, agrumi e pesca bianca sono contornati da una netta nota di salvia e da un tocco di erbe officinali. Il sorso è fresco, snello, verticale e risulta animato da un’energica progressione che conduce ad un finale lungo e sapido, leggermente mentolato. Un vino di montagna puro, tagliente, davvero ben fatto, con la parte aromatica che si esprime in modo armonico attraverso una garbata intensità. E’ perfetto per un aperitivo di qualità, ma può essere bevuto anche in abbinamento ad antipasti e primi della cucina di mare, specialmente se con molluschi e crostacei, oppure a secondi di pesce dal gusto leggero. Da provare anche con pietanze della cucina di terra a base di verdure e ortaggi.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
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