Le arance di Ribera sulle tavole da mensa degli scolari della scuola elementare di Parigi. È merito di Paolo Ganduscio, virtuoso imprenditore agrumicolo che da tempo esporta all’estero la quasi totalità delle sue arance coltivate in regime biologico grazie a una reputazione altissima del suo lavoro. Già partiti per la capitale francese i primi 100 quintali.
Racconta Ganduscio: “Abbiamo partecipato a una gara attraverso il mio importatore parigino Prodiva presente a Rungis, uno dei mercati ortofrutticoli più grandi d’Europa. Abbiamo inviato una campionatura delle nostre Washington Navel, sono piaciute molte e grazie alla certificazione bio necessaria per la commessa hanno scelto le arance della mia azienda”.
Complessivamente sarà necessario fornire almeno 400 quintali di arance da adesso ai prossimi mesi. Da Ribera a Parigi sono circa tre giorni di viaggio per queste arance di calibro medio, circa 150 grammi a frutto, perché così è stata la richiesta delle scuole parigine che le offriranno a mensa agli scolari. “Per noi è molto importante – spiega Ganduscio – che i ai bambini resti impresso il profumo e il gusto dei nostri agrumi perché siamo fortemente convinti che rispetto ad altre arance siano ancora più buone senza voler peccare di presunzione”.
L’azienda di Paolo Ganduscio è estesa circa 13 ettari nei territori di tre comuni, Ribera, Sciacca e Villafranca Sicula, in provincia di Agrigento. Può contare su oltre 7.000 piante, coltivate rigorosamente in regime biologico e in grande maggioranza della varietà Washington Navel che poi è quella che comunemente viene chiamata “brasiliana”. Proprio sul biologico Ganduscio richiama l’attenzione su un aspetto non irrilevante. La Sicilia ha il record europeo per il numero di aziende in regime biologico “tuttavia, fa notare l’imprenditore riberese, non tutti poi commercializzano i prodotti evidenziano il marchio bio che è un valore aggiunto. Non vorrei che molti ricorressero al biologico solo per intascare i contributi dell’Unione Europea. E allora proporrei che i contributi vengano dimezzati se un imprenditore agricolo non riesce a dimostrare che i suoi prodotti non siano tutti venduti a marchio bio. Servono più controlli “.
Tra i clienti di Paolo Ganduscio tanti nomi di imprenditori famosi, stilisti, rappresentanti delle istituzioni. Segno che la reputazione dell’azienda è alta. Da qualche tempo ha aperto anche alle visite di turisti e appassionati foodie da ottobre fino a luglio (da maggio in poi grazie alla catena del freddo le arance riescono a conservarsi perfettamente). Nel 2024 circa mille persone hanno varcato i cancelli della sua azienda di Ribera. “Da me mangiano arance e bevono spremute. E se il periodo è quello giusto aggiungono qualche fiore di zagara appena raccolto nel succo di arancia. Un’esperienza unica. L’idea funziona. Facciamo agruturismo…”.