Badia di Morrona è una storica tenuta che si trova nel territorio di Terricciola, piccolo centro della provincia di Pisa situato a circa metà strada tra il Capoluogo e Volterra. L’antica abbazia fondata tra l’XI secolo e l’inizio del XII da Ugo dei Cadolingi, fu acquistata nel 1939 dalla famiglia dei Conti Gaslini Alberti, gli attuali titolari dell’azienda vitivinicola. La proprietà si estende per 600 ettari che comprendono boschi di cipressi, lecci e querce, 110 ettari di vigneti e 40 di uliveti. All’interno della superficie vitata sono state individuate nel corso degli anni alcune parcelle che oggi costituiscono le vigne simbolo di Badia di Morrona, quelle da cui prendono vita i vini più rappresentativi: N’Antia, da cui nasce l’omonimo rosso, con viti di oltre trent’anni di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot, Vignaalta, dove accanto al Sangiovese troviamo Canaiolo, Cabernet Franc e Merlot e Vigna Disperato, impiantata prevalentemente a Syrah, che fornisce le uve per il Taneto, altra etichetta importante.
Nel complesso il Sangiovese è il vitigno più coltivato con il 60 per cento dei vigneti dedicati. La filosofia aziendale è incentrata sul rispetto per il territorio: in vigna si pratica la lotta integrata, si effettuano sovescio e concimazione organica con letame e i trattamenti con rame e zolfo sono ridotti all’indispensabile. Ogni anno vengono prodotte 500 mila bottiglie, divise tra le diverse etichette di una gamma composta in larghissima parte da vini rossi. Il Terre di Pisa Doc Sangiovese Vignaalta 2020 è il rosso che rappresenta la più importante espressione di Sangiovese dell’azienda e che con questa vendemmia festeggia il suo trentesimo anniversario. Le uve provengono dal vigneto più alto, situato su una collina a circa 250 metri sul livello del mare con esposizione sud. Qui il suolo è ricco di sabbia, sassi bianchi detti marmettole di Carrara e fossili del Pliocene e del Pleistocene, tutti elementi importanti per l’eleganza e la mineralità dei vini, mentre il clima è influenzato dalle brezze marine che mitigano il calore estivo e mantengono asciutte le viti. Nel 2020 l’alternanza di sole e pioggia durante le settimane che hanno preceduto la vendemmia è stata ben gestita e a fine settembre sono stati raccolti grappoli di Sangiovese sani e perfettamente maturi. La vinificazione è stata effettuata con una fermentazione in vasche di acciaio inox. Il vino ottenuto ha maturato per 24 mesi in botti da 25 ettolitri di rovere francese, per poi riposare in cemento per altri 3 mesi. Dopo un lungo affinamento in bottiglia, è stato messo in commercio nell’autunno di quest’anno.
Versato nel calice, il Vignaalta 2020 si fa subito apprezzare per l’intensità del suo colore rosso rubino. Ha un naso fine, nel quale nitidi sentori di frutta rossa risultano contornati da richiami di spezie dolci, un cenno di violetta e un sottile tocco di erbe aromatiche. Colpisce il carattere preciso che si evince da un profilo fresco con giusta maturità del frutto, precisa definizione dei profumi e armonia. L’esame gustativo mette in evidenza un’ottima acidità, una struttura ben calibrata, equilibrio, tannini setosi e ben integrati e un finale leggermente sapido su note scure floreali e frutttate. Non solo materia, ma anche slancio per un sorso che si distende in una progressione lunga e regolare. Si tratta di un Sangiovese che ha nell’eleganza la sua arma vincente. Incide con garbo, lontano da ogni eccesso, regalando un ricercato gioco di chiaroscuri. Può essere abbinato ai primi piatti ricchi della tradizione toscana, ad arrosti di carne di vario genere, selvaggina e formaggi a media o a lunga stagionatura dal sapore non troppo deciso.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Badia di Morrona
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