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Vino e dintorni

Nell’agricoltura biologica aumentano le polizze assicurative: il vino pesa per il 38%

10 Dicembre 2024
Uva Uva

Da un lato la crescita delle aziende e delle superfici biologiche, dall’altro l’aumento delle polizze assicurative agevolate contro il rischi meteorologici nel settore. Lo mostra il Rapporto Ismea sulla Gestione del rischio nell’agricoltura biologica 2024 appena pubblicato che sottolinea come nel 2023 la dimensione del mercato assicurativo bio abbia oltrepassato, in termini di valori assicurati, i 648 milioni di euro, con un incremento di oltre il 3% rispetto al 2022. Un ulteriore aumento dopo quelli registrati negli anni passati, caratterizzati anche da un considerevole dinamismo, con la sola battuta d’arresto del 2021.

Lo scorso anno sono cresciute moderatamente anche le superfici assicurate (+1,8%) che hanno quasi raggiunto i 105 mila ettari. Di contro il numero di aziende assicurate biologiche nel 2023 è sceso sotto le 5.200 unità, con un calo del 4% circa rispetto all’anno precedente, sebbene risultino in crescita negli ultimi anni la loro dimensione media, giunta lo scorso anno ad oltre 20 ettari (+1,2 ha sul 2022), e il valore assicurato medio per azienda.

La maggior parte delle garanzie agevolate sottoscritte nel comparto biologico copre esclusivamente avversità di frequenza (grandine, venti forti, eccesso di pioggia, eccesso di neve) e accessorie (colpo di sole, sbalzi termici, vento caldo e ondata di calore), mentre meno della metà delle polizze include le avversità catastrofali (alluvione, siccità, gelo e brina).

In questo senso l’uva da vino occupa la parte principale insieme frutta, cereali e ortaggi che rappresentano quasi il 90% dei valori totali e con crescite ben superiori alla media, tra i più importanti settori, proprio per ortaggi e cereali (in particolare pomodoro da industria, mais e frumenti).

Dai dati presentati nel Rapporto continua ad emergere uno squilibrio a livello territoriale dell’assicurato biologico. In tutta l’area del Nord si concentra oltre il 68% dei valori, contro il 17% circa delle regioni centrali e il 15% del Mezzogiorno.