Il 2017 anno record per la produzione Dop del Parmigiano Reggiano: più di 3 milioni e 650 mila forme, pari a 147mila tonnellate. È la produzione più elevata nella storia delle forme emiliane.
A presentare i dati, a Milano, Nicola Bertinelli il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, che raggruppa 335 caseifici produttori. “Il comparto è cresciuto di oltre il 5,2% rispetto al 2016” ha spiegato Bertinelli nonostante “l'aumento del prezzo del 14%” che è passato “da 8,60 euro a 9,80 euro all'ingrosso. Segno di una domanda che ha tenuto a livello nazionale, tranne un leggero calo nella grande distribuzione”. Un giro d'affari al consumo che vale 2,2 miliardi di euro. Nel 2018 il Consorzio prevede un ulteriore incremento della produzione che porterà a superare i 3,7 milioni di forme prodotte. Per quanto riguarda l'esportazione il 38% della produzione è destinata all'estero, di cui il 70% nei mercati di Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Canada e Francia che pur essendo il primo competitor sull'agroalimentare si conferma il primo mercato. Se al momento “un effetto Trump non si è ancora registrato” – ha spiegato ancora Bertinelli – siamo però attenti e preoccupati. Sarebbe da irresponsabili non preoccuparsi, però stiamo lavorando in modo strutturato per aprire nuovi spazi di mercato”.
Tra i mercati esteri fedeli al Parmigiano Reggiano, infatti, quello statunitense ha visto una frenata (-9,3%) a causa del rapporto euro/dollaro e della concorrenza con prodotti similari. Diverso è invece il risultato dato dall'accordo Ceta che ha visto in Canada, ad esempio, un aumento dell'8,1% rispetto all'anno precedente. L'ambizione è di arrivare nel 2021 ad esportare 1,6 milioni di forme. Tra i problemi della categoria oltre alla contraffazione – che nel 2017 ha portato ad un aumento del 10% di prodotti fake – il Consorzio ha segnalato un aumento della produzione non sempre in consonanza con la domanda, che porterebbe ad una svalutazione dei prezzi. “Stiamo vivendo un anno da record – ha concluso il presidente del Consorzio – alla politica chiediamo un aiuto concreto sia in Italia, dove servono sanzioni più rigide per chi non si attiene alle regole, sia all'estero per combattere fenomeni come italian sounding e per migliorare la definizione degli accordi bilaterali”.
C.d.G.